Economia

PopBari, il salvataggio costerà di più

La Consob: «Tra capitale bruciato e bond subordinati il passivo è di 750 milioni»

PopBari, il salvataggio costerà di più

Il salvataggio della Banca Popolare di Bari, presumibilmente, sarà più costoso del previsto. È quanto è emerso nel corso dell'audizione del presidente della Consob, Paolo Savona, alla commissione Finanze della Camera. «Si presume che il patrimonio netto della Popolare di Bari, al 30 giugno scorso pari a 442 milioni di euro sia stato perso, si parla di circa 70mila piccoli azionisti», ha detto Savona aggiungendo che i bond subordinati «sono pari a 291 milioni di euro, mentre tutte le altre obbligazioni sono state già rimborsate», quindi si tratta di un ammanco di quasi «750 milioni di euro da affrontare».

Non è un caso che mercoledì scorso i commissari Blandini e Ajello, che avevano citato a fine dicembre necessità per 1,4 miliardi di euro, non si siano sbilanciati sui numeri demandando la quantificazione alla due diligence. In ogni caso, il Fitd ha già versato 310 milioni su un impegno di 700 milioni, mentre il decreto PopBari rafforza Invitalia-Mcc con risorse fino a 900 milioni.

Ecco perché, dunque, Savona ha manifestato cautela sulla procedura di salvataggio. «Prima di poter dare una valutazione complessiva sul decreto attendo di conoscere il piano di rilancio», ha tagliato corto il presidente della Consob di fronte alle domande dei parlamentari. Il vicedirettore generale di Bankitalia, Alessandra Perrazzelli, ha invece, messo l'accento sul coinvolgimento di altri investitori privati e sulla rapida conversione del decreto stesso. Perrazzelli ha definito «auspicabile» la possibilità che altri soggetti privati «siano coinvolti nell'operazione, per contribuire a irrobustirla, in linea con l'obiettivo di rispondere a logiche, criteri e condizioni di mercato, secondo quanto richiesto dal decreto e dalla Commissione europea». I commissari straordinari della PopBari, d'intesa con Mcc e Fitd, sono già al lavoro per individuare controparti potenzialmente interessate. Secondo questa logica, è necessario che la trasformazione della società in spa sia portata avanti «senza ritardi o incertezze che potrebbero mettere in discussione il buon esito dell'intervento».

Il vicedirettore generale di Bankitalia ha, ovviamente, difeso invece l'operato della Vigilanza, finita nel mirino della politica, come prassi durante le più recenti crisi bancarie. «L'azione della Vigilanza è stata continua e articolata, nei limiti delle possibilità di intervento» ha spiegato rimarcando anche l'importanza del ruolo del Parlamento nel piano di rilancio. L'acquisizione di Banca Tercas, indicata come causa de commissariamento della Bpb, «rispondeva a prospettive strategiche e di sviluppo elaborate» dalla Popolare e l'attivo della Tercas era stato analizzato dagli amministratori straordinari e sottoposto a una due diligence da parte della PopBari. Il quadro dell'acquisizione , però, «è stato modificato da eventi non prevedibili», ha aggiunto riferendosi allo stop imposto a Bruxelles all'intervento del Fitd che ha costretto la Popolare a un aumento oneroso.

Per quanto riguarda il decreto, infine, ieri l'Aula della Camera ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità avanzate dalla Lega.

Il voto ha spaccato il centrodestra in quanto Forza Italia ha votato contro ritenendo prioritario il salvataggio dell'istituto barese.

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