Economia

Porsche, Ipo da 85 miliardi ma non è auto: è lusso

In Borsa il 25% del capitale. E per gli analisti la valutazione è quella di brand della "moda"

Porsche, Ipo da 85 miliardi ma non è auto: è lusso

Volkswagen sfida le turbolenze di mercato e conferma la quotazione di Porsche alla Borsa di Francoforte. Un'operazione articolata che riguarda il 25% delle azioni con una valutazione che si attesta tra 60 e 85 miliardi di dollari e che, secondo un analista di settore, strizza l'occhio al mercato del lusso, più che a quello dell'automotive. Motivo per cui potrebbe suscitare un buon interesse nonostante il pessimo timing di mercato: Borse sull'ottovolante, inflazione, tensioni geopolitiche che, sulla carta, potrebbero bloccare i sottoscrittori. Guardando ai numeri, Porsche sarà quotata a 14 volte l'ebit mentre il settore dei car maker oggi gira a 4 volte. È evidente che Porsche si collochi più verso il lusso e lo faccia a sconto visto che il player del lusso valgono in media 17 volte l'ebit 2022. Una circostanza che potrebbe attrarre gli investitori al di là dell'appeal legato al brand. Porsche è un marchio storico che piace, ma senza questi numeri il momento di mercato, non sarebbe bastato ad attrarre gli investitori che invece non mancheranno, spiega un analista. Nella fascia alta delle stime, l'Ipo potrebbe essere tra le più grandi nella storia tedesca e la più grande in Europa dal 1999.

Nel dettaglio, l'offerta riguarderà il 25% delle azioni privilegiate e sarà rivolta a investitori privati, con Volkswagen che ha suddiviso le azioni Porsche in azioni ordinarie al 50% e azioni privilegiate senza diritto di voto al 50%. L'offerta pubblica, che ha Mediobanca come financial advisor, sarà realizzata in Germania, Austria, Francia, Italia, Spagna e Svizzera; con Qatar Investment Authority che ha indicato la sua intenzione di acquisire il 4,99% delle azioni privilegiate, mentre Porsche Automobil Holding SE acquisterà il 25% più un'azione dei titoli ordinari Porsche, o azioni con diritto di voto, permettendo agli eredi di mantenere il controllo sull'azienda. Il capitale restante di Volkswagen è attualmente in mano per il 27% a investitori istituzionali stranieri, allo Stato della Bassa Sassonia (11,8%), a investitori istituzionali tedeschi (3,3%) e il 16% ad azionisti privati. "Questo è un momento storico per Porsche. Crediamo che un'Ipo ci aprirà un nuovo capitolo con una maggiore indipendenza come uno dei produttori di auto sportive di maggior successo al mondo. Rafforzerà la nostra capacità di portare avanti ulteriormente la nostra strategia" ha affermato Oliver Blume, presidente del consiglio di amministrazione di Porsche AG, nonché ad di Volkswagen. Per i futuri azionisti, poi, è già previsto che una parte dell'incasso sia destinato ai dividendi, si attendono circa 2 miliardi.

A livello di strategia industriale gli analisti sollevano diversi dubbi sull'utilità di questa quotazione per un gruppo come Volkswagen che non ha problemi di debiti (cassa netta a 28 miliardi) e che comunque quoterà una parte limitata di Porsche. Una casa che continua l'analista ha già sviluppato molto conquistando il 32% del mercato cinese una quota estremamente rilevante. Inoltre la struttura dell'Ipo lascia qualche dubbio: le sole azioni senza diritto di voto vendute al pubblico potrebbero non convincere cosi come il controllo sulla società a spese degli investitori privati e il doppio ruolo di Blume che potrebbe portare a conflitti di interesse.

Ma per l'azienda, «la quotazione di Porsche darà nuova spinta alla trasformazione della Volkswagen e porrà fine al cosiddetto accordo di dominazione che trasferisce profitti e perdite alla casa madre entro la fine dell'anno, per sostituirlo con un accordo di cooperazione», ha affermato Arno Antlitz, chief finance officer.

Il colosso automobilistico tedesco ha dichiarato che ora inizierà a incontrare i singoli investitori per valutare la domanda e determinare il prezzo delle azioni, che potrebbero iniziare a essere negoziate entro la fine del mese.

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