Economia

Colpo di scena sulla benzina: arriva la nuova botta

I tagli del governo sui carburanti sono durati un giorno: nuovi aumenti su benzina e diesel a causa dei rialzi delle quotazioni petrolifere internazionali. Ecco cosa stsa succedendo

Colpo di scena sulla benzina: arriva la nuova botta

Neanche il tempo di "esultare" per la discesa del prezzo dei carburanti, che soltanto 24 ore dopo vengono registrati nuovi aumenti. La denuncia è di Staffetta Quotidiana che parla di "beffa" per gli automobilisti. La colpa sarebbe dei "fortissimi rialzi delle quotazioni petrolifere internazionali", con un barile di Brent superiore ai 120 dollari, tant'é che "già questa mattina i prezzi consigliati sono tornati a salire, 'mangiandosi' circa un quinto dello sconto sull’accisa". Insomma, dopo pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto anti-rincari, la situazione per benzina e diesel torna a farsi antipatica.

Ecco tutti gli aumenti

Come rilevato dal quotidiano economico, il gruppo Eni ha "consigliato di aumentare" di sei centesimi al litro i prezzi di benzina e gasolio a causa della tensione sui mercati petroliferi. "Ieri, 23 marzo il diesel è salito di 6 centesimi al litro e nell’ultima settimana il gasolio è salito di 24 centesimi al litro e quella della benzina di 10 centesimi al litro, mentre i prezzi alla pompa erano stati sostanzialmente fermi, escluso il taglio dell’accisa", ha spiegato al Corriere Gabriele Masini, direttore di Staffetta Quotidiana. L'effetto degli aumenti è palese da oggi: sulla scia di Eni, prenderanno esempio anche le altre compagnie perché si tratta della "principale compagnia italiana che ha le raffinerie e i depositi e la seconda come punti vendita dopo IP. Domani, 25 marzo, probabilmente seguiranno rialzi degli altri marchi", aggiunge.

Cosa cambia sulle accise

Come abbiamo visto sul Giornale.it, il taglio delle accise decise dal governo è previsto durare fino al 30 aprile e vale 25 centesimi al litro, il calo dei prezzi promesso. Ma si aggiunge un altro problema, un ostacolo a questo taglio: molti distributori avevano già i serbatoi pieni e sulle giacenze le accise erano già state pagate: questo significa che se il benzinaio avesse venduto con il taglio delle accise ci avrebbe rimesso di tasca sua. "Normalmente c’è un credito d’imposta sulla differenza, ma questo decreto legge non lo prevede. Eni ha detto che si accollerà il costo, ma per chi non ha una compagnia petrolifera alle spalle che copra si tratta di un ammanco netto", spiega Masini. Il calcolo è il seguente: se un distributore è costretto per legge a tagliare 25 centesimi su accise già pagate, che con l’Iva superano i 30 centesimi e il suo margine di guadagno è di 3 centesimi, perde ben 27 centesimi per ogni litro di carburante venduto.

Cosa succede alle pompe bianche

I problemi della guerra in Ucraina si riflette anche sulle pompe bianche, stazioni di servizio indipendenti che non fanno parte del circuito delle compagnie di distribuzione di carburante più conosciute. Presso queste stazioni di servizio "senza logo", di solito il prezzo non varia a seconda della tipologia di servizio (servito o self-service) ed è possibile risparmiare fino a 10 centesimi al litro rispetto alla media di quello servito. Gli approvvigionamenti, però, scarseggiano perché "i rifornitori stanno applicando il cosiddetto 'pro quota' e consegnano il prodotto prevalentemente ai clienti abituali. Molte pompe bianche in questi anni hanno comprato il prodotto a prezzo basso da fornitori illegali, che lo vendevano senza pagare l’Iva, ma adesso questa disponibilità si sta esaurendo", aggiunge Masini.

Infatti, come abbiamo visto sul Giornale.it, è soprattutto il diesel a poter scarseggiare se tre milioni di barili di petrolio al giorno saranno tagliati dalla Russia a causa delle sanzioni occidentali in seguito all'invasione di Putin in Ucraina.

A quel punto, si potrebbe addirittura andare incontro a un possibile razionamento di questa tipologia di carburante.

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