Blackstone è in pole position per l'acquisto della sede di Rcs in via San Marco, a Milano. Le trattative, avviate dal gruppo per allontanare un nuovo maxi aumento di capitale, vedono ancora in campo quattro pretendenti. Oltre a Blackstone, Prelios, Hines e un fondo immobiliare. Tuttavia, secondo le ultime indiscrezioni, gli americani sarebbero in vantaggio sul dossier, con un'offerta intorno ai 120 milioni di euro.
La notizia - che segna un'accelerazione nella trattativa di vendita - è stata accolta con entusiasmo ieri dal mercato. Per buona parte della seduta, infatti, il titolo ha viaggiato in testa al listino. L'inversione di marcia di Piazza Affari, però, ha spento gli entusiasmi con il titolo Rcs che ha chiuso vicino alla parità (0,07% a quota 1,25 euro). L'obiettivo del management è quello di chiudere la trattativa, curata da Banca Imi, entro dicembre. Ma nelle ultime ore questa deadline non è più così categorica e potrebbe essere anticipata. Inoltre, fonti vicine all'operazione sono tornate a ipotizzare un'allargamento del perimetro degli immobili atti alla vendita. Non è, infatti, ancora escluso che la cessione possa comprendere anche la sede di via Solferino, che però continuerebbe a ospitare la redazione del Corriere della Sera. Una clausola che potrebbe non bastare ad alcuni soci, come Giovanni Bazoli (presidente del cds di Intesa Sanpaolo), che a febbraio si era fermamente opposto alla cessione dell'immobile «dalla grande importanza storica e civica».
Nel complesso, secondo quanto sottolineato di recente dall'ad, Pietro Scott Jovane, la vendita di questi asset - accompagnata dalla cessione di Dada che ha generato un beneficio di oltre 50 milioni nelle casse di Rcs - allontana la seconda tranche dell'aumento di capitale da 600 milioni, di cui 411 milioni già sottoscritti a luglio.
Rcs ha già ceduto lo scorso 25 luglio il ramo di azienda relativo all'attività dei Collezionabili di Rcs Libri a Fabbri Publishing, mentre il 29 luglio è stato sottoscritto l'atto di vendita delle testate periodiche tra cui Astra, Novella 2000 e Visto.
In parallelo, il gruppo sta portando avanti le azioni di efficienza e contenimento dei costi previste nel piano triennale, che già al 30 giugno hanno portato benefici per 35,7 milioni di euro, di cui in particolare 24,6 milioni nel secondo trimestre. Per ora le dismissioni non aiuteranno comunque i conti visto che il management di Rcs ha previsto un risultato netto per l'intero anno «significativamente negativo».
Sul fronte della governance del gruppo, nei giorni scorsi è slittato il termine per la disdetta dagli accordi parasociali dell'editore del Corriere. Lo ha deciso il patto di sindacato che ha spostato la scadenza dal 14 settembre al 31 ottobre. L'iniziativa dà, di fatto, più tempo ai grandi soci per ridefinire gli equilibri con la comparsa sulla scena degli azionisti fuori dal patto.
In primis, Diego Della Valle (8,99%) e in seconda istanza Urbano Cairo (2,8%). La partita d'autunno tra i soci - che segnerà anche l'uscita di scena di Mediobanca - per ora, dunque, sembra in discesa e destinata a non avere colpi di scena.
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