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Recovery Fund, strada in salita: ''Quattro Paesi sono contrari''

Il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, è stato chiaro: ''Partita dura. Occorre cambiare la posizione di Austria, Danimarca, Svezia e Olanda''

Recovery Fund, strada in salita: ''Quattro Paesi sono contrari''

All'indomani dell'intesa trovata da Francia e Germania per un Recovery Fund dalla potenza di fuoco di 500 miliardi, restano numerosi dubbi. Già, perché non tutti gli altri Paesi membri dell'Unione europea sono d'accordo con il duo Macron-Merkel.

A sentire le ultime dichiarazioni del ministro dell'Economia francese la situazione è particolarmente complessa. Prima della riunione dell'Ecofin, cioè l'organo incaricato di riunire i ministri economici dell'Unione, Bruno Le Maire ha spiegato che sì, l'accordo franco-tedesco è ''decisivo'', ma che, allo stesso tempo, ''occorre cambiare la posizione di altri stati in particolare di Austria, Danimarca, Svezia e Olanda''.

In altre parole, all'interno dell'Ue, non tutti sono favorevoli al fondo pensato appositamente per distribuire aiuti economici ai vari Paesi colpiti dalla pandemia di Covid-19 mediante l'emissione di bond comunitari. Dalle indiscrezioni emerse, tra l'altro, pare che i suddetti prestiti avranno una scadenza assai lunga e che saranno rimborsati dai 27 membri in modo proporzionale al rispettivo contributo al bilancio comunitario.

Le Maire è stato chiarissimo: ''Sarà una partita difficile, non bisogna nasconderselo''. E pensare che ieri, assieme al suo omologo tedesco, Olaf Scholz, il ministro francese era entusiasta. ''Questo è un passo storico per Francia e Germania e è anche un passo storico per l'intera Ue'', aveva dichiarato.

Un nuovo braccio di ferro

Le Maire proseguiva così: ''Per la prima volta potremo sostenere il rilancio economico negli Stati che sono stati più toccati dalla crisi e dunque eviteremo delle divergenze economiche crescenti. Francia e Germania affermano a alta voce la loro volontà di mettere la solidarietà tra Stati europei al cuore della costruzione europea. La solidarietà è ricevere in proporzione a quanto si è stati colpiti dalla crisi del coronavirus e rimborsare in funzione delle proprie capacità economiche''. Ebbene questa solidarietà pare non essere condivisa da tutti, visto che c'è chi ha già storto il naso di fronte alla proposta di Parigi e Berlino.

Macron e Merkel hanno provato a mettere sul tavolo una proposta che fosse un punto d'incontro tra il rigore espresso dai governi del Nord e le richieste dei Paesi dell'area mediterranea, Italia compresa. La reazione dell'Europa non è tuttavia stata unanime. Il cancelliere austriaco Sebastian Kurtz ha scritto sui social di aver ''appena avuto un positivo scambio di opinioni con i primi ministri di Danimarca, Olanda e Svezia sull'attesa proposta della Commissione Ue su Recovery Fund e sul bilancio pluriennale aggiornato''.

Il messaggio di Kurtz è emblematico: ''La nostra posizione non cambia. Siamo pronti ad aiutare con prestiti i Paesi più colpiti. Ci aspettiamo che il bilancio pluriennale aggiornato rifletta le nuove priorità".

All'orizzonte si prospetta dunque un nuovo braccio di ferro tra chi vorrebbe concedere i prestiti del Recovery Fund a fondo perduto e chi non ne ha la ben che minima intenzione.

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