Il retroscena sul Consiglio europeo: una battaglia tra egoismi nazionali

Altro che negoziazioni in nome della solidarietà dell'Ue. Nel Consiglio europeo straordinario è andato in scena lo spettacolo degli egoismi nazionali

Il retroscena sul Consiglio europeo: una battaglia tra egoismi nazionali

Estenuante, durissimo, intenso. Questi sono soltanto alcuni degli aggettivi usati dai protagonisti per descrivere il Consiglio europeo straordinario andato in scena a Bruxelles per trovare un'intesa sugli aiuti economici post Covid.

L'accordo tra i 27 leader dei Paesi membri dell'Eurozona è arrivato alle prime luci dell'alba dopo 92 ore di negoziati, intervallati da tensioni, trattative a oltranza e scontri frontali. Non è stato semplice raggiungere l'intesa sul Recovery Fund, visto che si erano creati più schieramenti specchio di opposti modi di vedere l'Europa.

L'analisi di Macron

Altro che negoziazioni in nome della solidarietà dell'Ue. Nel cuore di Bruxelles è andato in scena lo spettacolo degli egoismi nazionali. Non poteva spiegarlo meglio Emmanuel Macron, il quale ha sottolineato il "cambiamento storico" portato nella storia del continente dal fresco piano di ripresa.

"È la prima volta che mettiamo in atto questa capacità di bilancio comune", ha dichiarato in videoconferenza il leader francese, facendo tuttavia notare che "questa trattativa è stata caratterizzata da visioni diverse dell'Europa, opposizioni e difficoltà".

La soddisfazione di Merkel

Angela Merkel, che insieme a Macron ha coordinato la creazione del Recovery Fund, poi approvato dopo vari aggiustamenti, si è detta "sollevata" e "molto contenta" dell'accordo raggiunto. La fumata bianca, a detta della Cancelliera tedesca, è un "buon segnale" all'Europa intera.

"Non è stato facile, ma alla fine ci siamo trovati", ha aggiunto. "Il multilateralismo è attualmente sottoposto a forti pressioni" ma "l'Europa ha dimostrato in questa situazione di essere in grado di agire", ha continuato Merkel nella conferenza stampa con il presidente francese Macron.

L'avvertimento di Von der Leyen

Per Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, quello ottenuto è un "passo storico" di cui "tutti possiamo essere orgogliosi" anche se adesso "restano altri passi importanti", primo fra tutti quello del Parlamento europeo.

"Il Recovery and Resilience Facility è stabilito in una maniera molto chiara: è volontario, ma chi vi accede deve allinearsi con il Semestre europeo e le raccomandazioni ai Paesi", ha spiegato Von der Leyen, in conclusione del summit Ue. "Finora dipendeva solo dai Paesi rispettarle o meno - ha aggiunto - ma ora le raccomandazioni sono legate a sussidi e potenziali prestiti".

Le parole di Michel e Gentiloni

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e il commissario Ue per l'Economia, Paolo Gentiloni, hanno entrambi fatto capire che l'Ue è più forte di ogni divisione. Per Michel l'Europa è "è solida, è unita" mentre per Gentiloni, l'intesa raggiunta è "la più importante decisione economica dall'introduzione dell'euro".

Al netto degli entusiasmi, questo Consiglio europeo ci ha consegnato l'istantanea di una Unione europea caratterizzata da egoismi e interessi nazionali. Per maggiori informazioni chiedere ai Paesi frugali.

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