Il rialzo dei tassi di interesse stabilito dalla Bce al fine di mettere un freno all'inflazione galoppante entusiasma banche e mercati, riportando in crescita i titoli del credito. Ha ripreso a salire il rendimento dei Btp italiani, tornato ieri sopra il 4% (4,005%), con uno spread rapportato al Bund tedesco di 231 punti.
Se da una parte gli investitori acclamano questa decisione presa dalla Banca centrale europea, che si è affiancata di fatto alla misura adottata dalla Fed americana, i consumatori non possono certo dirsi ottimisti. I cittadini si troveranno infatti inevitabilmente intrappolati nella morsa costituita da inflazione e aumento dei tassi di interesse, con mutui e prestiti che avranno rate più elevate.
Solo pochi mesi fa, si parla di luglio, Banca d'Italia aveva rilevato dei tassi di interesse su prestiti erogati a febbraio per l'acquisto di case con tanto di spese accessorie (Taeg) intorno al 2,45% rispetto al mese di giugno (2,37%). I tassi relativi alle nuove erogazioni di credito al consumo si attestano invece intorno all'8,48%, rispetto al 8,34 del mese precedente.
Un simile andamento, è evidente, andrà ad incidere sulla domanda, indebolendo così la ripresa. La preocuppazione è tanta e l'Unione nazionale consumatori (Unc) ha fatto sentire la propria voce, dichiarando che al momento la rata relativa ai mutui è già salita a 46 euro al mese, per un totale di oltre 500 euro l'anno.
"In un anno il Taeg è passato da 1,7486 di luglio 2021 al 2,45 di luglio 2022, con un rialzo di 70 punti base. Una stangata a cui si aggiunge l'incremento di ieri deciso dalla Bce, pari a 0,75 punti percentuali, che determinerà, a regime, un rincaro della rata pari a 52 euro al mese, 624 euro annui" denuncia il presidente dell'Unc Massimiliano Dona, come riportato da La Stampa.
C'è poi preoccupazione per le future mosse della Bce. Christine Lagarde deciderà di proseguire con un successivo aumento di altri 75 punti base? Sarebbe un record storico per la banca europea. Bisognerà attendere e vedere come sarà l'inflazione per avere la risposta a questa domanda. Secondo i mercati, sono previsti almeni altri due rialzi prima della fine del 2022. Non proprio belle notizie.
"Il forte mercato del lavoro e il fatto che la più grande economia al mondo abbia evitato la recessione consentono di muoversi in maniera aggressiva", ha dichiarato recentemente Christopher Waller, membro del consiglio dei governatori della Fed. La Federal reserve, del resto, ha già annunciato la propria intenzione di continuare ad aumentare i tassi per combattere l'inflazione.
Secondo Bloomberg, invece, l'Europa procederà con un rialzo di 50 punti a ottobre e uno da 25 intorno al mese di dicembre. Una vera e propria stangata per gli europei.
Se ciò fosse vero, infatti, la rata di un mutuo a tasso variabile ventennale da 150mila euro potrebbe arrivare a crescere anche di 200 euro, con +28,9% rispetto al mese corrente.Rincari del 20% anche sui prestiti (uno da 250 mila euro potrebbe salire di 250 euro in più al mese).
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