Economia

Via alla riforma del Catasto: città per città ecco chi rischia

Pistoia, Pesaro e Messina i centri più a rischio rincari. Stangata per le case in centro e gli stabili d'epoca

Via alla riforma del Catasto: città per città ecco chi rischia

Chi abita a Pistoia, Pesaro e Messina deve stare all'occhio. Il governo gli sta preparando un tiro mancino. Sono questi, infatti, i centri più a rischio, dove la distanza tra i valori catastali e le quotazioni di mercato è maggiore. Distanza che la riforma del Catasto vuole azzerare. Il ché significherà, inevitabilmente aumenti fiscali a raffica. E non solo nelle tre città citate. Perché il divario medio nazionale è del 68%.

Venerdì scorso, col via libera della commissione Finanza del Senato al decreto attuativo della delega, è stata avviata la complessa macchina normativa che dovrà riformare il Catasto, passando dai vani ai metri quadrati ed elaborando un algoritmo che ridurrà la distanza tra i valori delle rendite utilizzati dal Fisco e i prezzi di mercato. Una revisione che, anche restando all’interno di una complessiva parità di gettito, per molti proprietari comporterà sicuramente dei rincari nella tassazione. È solo il primo passo di una riforma che ridefinirà unità, categorie e valori per avvicinarli alla situazione reale del mercato. Sul Sole 24Ore di oggi sono state stilate le classifiche dei capoluoghi di provincia più a rischio di aumenti: calcolando il divario tra gli attuali valori catastali e quelli di mercato, sono stati individuate le città più esposte ai rincari. Pistoia, Pesaro e Messina rischiano di essere le città più penalizzate dai rincari sulle imposte introdotte dal nuovo Catasto. Nel caso di Pistoia, per esempio, le quotazioni medie di mercato con i valori catastali hanno un divario del 300%. L'Imu e la Tasi vengono pagate su una base imponibile media di circa 73mila euro a fronte di un valore medio di mercato di 28mila euro. Per avere un'idea della situazione dei singoli Comuni basta guardare alle case iscritte in categoria A2 e A3 che pesano per l'80% di tutte le abitazioni.

Le case iscritte in categoria A2 hanno rendite catastali mediamente più alte delle case iscritte in categoria A3. Troppo spesso, però, i valori di mercato risultano identici. Chi possiede una A3 beneficia di uno sconto fiscale improprio rispetto al vicino di casa che vive in una A2. Proprio per questo, quando la riforma del Catasto sarà a regime, è quello che rischia i maggiori rincari. A Cuneo ad esempio una casa su tre è in A3 e il divario rispetto ai prezzi di mercato tocca il record del 366%. E ancora: a Bologna il 70% delle abitazioni è in A3, a Milano il 62% e a Napoli il 21%.

Sebbene fonti governative assicurino che l'intento resta "l'invarianza di gettito per evitare aumenti generalizzati", i rincari sono più che concreti e andranno a colpire soprattutto le case in centro e gli stabili d'epoca.

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