Economia

Le 3 strade per dire addio a Quota 100: cosa accadrà

La pandemia da Covid-19 ha provocato danni molto rilevanti e gli strumenti adottati in passato non hanno ottenuto i risultati sperati

Le 3 strade per dire addio a Quota 100: cosa accadrà

Entra nel vivo la discussione sulle future pensioni, ma il governo è stato chiaro: non si parlerà di anticipo dell’uscita dal mondo del lavoro, ma solamente delle prestazioni future di coloro che oggi sono giovani e che rischiano di avere vitalizi interamente contributivi decisamente molto bassi. La pandemia da Covid-19 ha provocato danni molto rilevanti e gli strumenti adottati in passato, come il reddito di cittadinanza e Quota 100, che scade a fine 2021, non hanno ottenuto i risultati sperati. Il Coronavirus ha fatto sì che si registrasse, secondo il rapporto annuale del 2020, un calo degli occupati del 2,8%, con un crollo dei lavoratori indipendenti (-5,1%).

Nonostante il blocco dei licenziamenti la retribuzione media annua dei dipendenti è scesa da 24.140 euro del 2019 a 23,091 del 2020 con un calo del 4,3% e una perdita media per dipendente di poco più di mille euro. L’imponibile previdenziale, poi, è di 33 miliardi di euro, scendendo da 598 miliardi nel 2019 a 564 miliardi nel 2020 (-5,6%). Numeri preoccupanti che disegnano un quadro a tinte nere per il futuro dei pensionati italiani. Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha bocciato la proposta dei sindacati, i quali chiedono un’uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi e indipendentemente dall’età, come già anticipato da ilGiornale.

Troppo costosa l’operazione che per l’Istituto di previdenza sociale peserebbe sulle casse dello Stato nel 2022 per 4,3 miliardi, che salirebbero a 9,2 miliardi a fine decennio. In media varrebbe lo 0,4% del Pil. Al momento, come riporta il Corriere della Sera, l’uscita anticipata indipendente dall’età è possibile fino al 2026 con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, che diventano 41 e 10 per le donne e ai quali vanno aggiunti tre mesi di finestra mobile. Le organizzazioni sindacali, comunque, minacciano la mobilitazione feroce dei lavoratori; bisogna fare presto anche in vista della scadenza di Quota 100 e il possibile ritorno alla legge Fornero.

Ad essere presa in considerazione, attualmente, è la proposta del calcolo contributivo con 64 anni di età e 36 di contributi, che è meno onerosa dell’altra. Si pensa anche all’anticipo della sola quota contributiva della pensione a 63 anni, rimanendo ferma a 67 la quota retributiva, ossia alla soluzione economicamente più conveniente.

Meno di 500 milioni nel 2022 e raggiungerebbe il massimo costo nel 2029 con 2,4 miliardi, ma bisogna vincere la resistenza dei sindacati.

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