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Quel riscatto dei distretti

Si è vissuto il primo Salone del mobile per davvero (anche psicologicamente) post pandemia

Quel riscatto dei distretti

Si è vissuto il primo Salone del mobile per davvero (anche psicologicamente) post pandemia. Il settore dell'arredo, abbinato al linguaggio creativo del design, si conferma voce altamente significativa del nostro sistema produttivo. Si temeva che la guerra nel cuore dell'Europa e lo choc energetico potessero incidere in misura significativa a raffreddare il mercato. Lo è stato solo parzialmente.

Ho letto resoconti positivi e visto immagini incoraggianti. A conferma che parliamo di un settore che ha radici solide e lavora con giudizio. Diciamo che rappresenta uno degli asset dell'economia italiana. Quando parliamo di made in Italy di successo, ecco che non si sbaglia a richiamarsi all'esperienza delle imprese dell'arredo nostrano. Si tratta di un'industria assolutamente vitale, affermazione dimostrata dal fatto che nel 2022 il suo fatturato complessivo ha oltrepassato la soglia dei 28 miliardi di euro con un incremento sull'anno precedente dell'11 percento. Performance importanti realizzate in un contesto globale caratterizzato da forti tensioni. Quel che maggiormente conforta e dovrebbe far drizzare le antenne è la forte spinta in avanti prodotta dall'export. Le nostre aziende, infatti, sono cresciute nelle vendite dirette in Europa, ma non solo. Fuori dal Vecchio Continente il settore è risultato attrattivo, tra gli altri Paesi, negli Emirati Arabi, negli Stati Uniti, in Cina.

Ovviamente il traino è venuto dai marchi di alta gamma. Che, come noto, possono anche beneficiare di partnership produttive territoriali ad elevata specializzazione. E viceversa. Sono i distretti del settore che hanno confermato di saper funzionare a dovere. Dalla Brianza a New York o a Shangai non vi è distanza. Piace il prodotto italiano costruito nel segno dell'eccellenza, con lo spirito che affonda in meravigliose storie. Ancora una volta a fare la differenza è la caratteristica del sistema industriale dello Stivale. Una bella soddisfazione per le piccole e medie imprese che sono già «mentalizzate» nel futuro.

Rimboccandosi, come sempre, le maniche.

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