Porte aperte a tutti, italiani e stranieri. Con l'obiettivo di trasformare Bankitalia in una public company. Un cambio di pelle, almeno sotto il profilo della compagine azionaria, auspicato dal ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, nell'illustrare il provvedimento per la rivalutazione delle quote di via Nazionale, su cui la Bce si avvia a dare parere favorevole.
Ieri il Consiglio dei ministri ha varato un decreto legge che ricapitalizza le quote della banca centrale e pone un tetto al 5% delle quote: non si avrà più «una situazione con due banche che avevano una quota di capitale molto rilevante», ha affermato Saccomanni. Il limite alla partecipazione lascia così «la porta aperta a investitori europei». Insomma, sarà una struttura da public company «di cui nessuno avrà il controllo».
Il titolare di via XX Settembre è inoltre convinto che una composizione tanto variegata dell'assetto azionario fugherà i dubbi dell'Eurotower su una possibile perdita d'indipendenza della Banca d'Italia. «Siamo in contatto con la Bce - ha rivelato Saccomanni - e il parere della consulenza legale è positivo. Il parere deve essere formalmente approvato dal consiglio dei governatori e queste richiederà un po' di tempo. Ma quello che conta è la proposta della consulenza legale».
Saccomanni ha quindi spiegato la principale finalità della rivalutazione del capitale, non legata all'operazione di copertura dell'abolizione della rata dell'Imu. Piuttosto, si punta a migliorare il patrimonio delle banche alla vigilia degli stress test che saranno effettuati da Mario Draghi e dall'Eba.
Intanto, uno studio di Bankitalia condotto su 43 banche, non risparmia critiche a un sistema del credito dove le donne sono pochissime, molti gli uomini over sixty e con un respiro internazionale corto.
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