Sofia FraschiniLa promessa di una grande commessa oil con l'Iran non basta a scaldare gli investitori Saipem nel primo giorno dell'aumento di capitale da 3,5 miliardi. In una Piazza Affari nuovamente negativa (-2,03%), le azioni sospese in asta di volatilità - hanno chiuso con un rialzo del 18,5% a 0,627 euro. Tuttavia, i diritti d'opzione hanno subìto un crollo teorico a 2,94 sfiorando un ribasso del 20%. «Si tratta di una differenza normale già verificatasi nel corso di aumenti cosi altamente diluitivi (sono emessi 9,6 miliardi di titoli a 0,362 euro ciascuno), come per esempio quello di Mps» commenta il consulente indipendente Luca Barillaro spiegando che, «per come è strutturata l'operazione, il 90% del valore del titolo risiede tutto nel diritto e quindi, chi non vuole partecipare all'aumento, preferisce vendere». Il crollo dei diritti è dunque sintomo che l'aumento di capitale non sta avendo successo? Secondo Barillaro «è ancora troppo presto per fare una correlazione tra crollo del diritto e insuccesso dell'operazione, tuttavia, se questo trend dovesse essere confermato anche nel secondo e nel terzo giorno di aumento allora si potrebbero trarre conclusioni negative». In parallelo, è anche utile spiegare che la crescita registrata oggi dal titolo a Piazza Affari non è anch'essa un segnale di forti ingressi sul titolo «in quanto aggiunge il consulente - la capitalizzazione è ridotta al lumicino in questa fase bastano piccoli movimenti per condizionarne l'andamento». Guardando, dunque, con attenzione alle sedute di oggi e domani, e tirando le fila del primo giorno di aumento, questo si è concluso in negativo per Saipem: sommando azioni (0,627 euro) e diritti (2,94 euro), il calo è stato di circa il 15% a 3,56 euro rispetto alla chiusura di venerdì di 4,2 euro. In questo contesto, anche se in ogni caso l'aumento sarà assicurato dai soci forti Eni (30,4%) e Fsi (12,5%) e dal consorzio di banche a garanzia, gli investitori nei prossimi giorni si troveranno a dover valutare tre variabili: conti, petrolio e commesse. Nel prospetto informativo, il gruppo ha rivisto al ribasso, da 12 miliardi al range 11-12 miliardi, la guidance dei ricavi 2015 a causa del rallentamento di alcune commesse. E non solo, la società, ha anche messo in guardia dalla capacità di centrare gli obiettivi del piano industriale al 2019 nel caso si confermasse l'attuale scenario oil. Business plan che si basa su un barile a 55 dollari nel 2016 e in progressivo apprezzamento fino agli 80 dollari a fine piano. Numeri ad alto rischio se si considera che ieri il Wti e il Brent hanno registrato un nuovo calo nell'ordine di 4 punti percentuali a 30,9 dollari e 30,6 dollari.
Allo stesso tempo esiste il rischio che i risultati preconsuntivi 2015 (24 febbraio) siano peggiori di quanto stimato. «Insomma commenta Barillaro si può scommettere sull'importante know-how nel gruppo, ma al momento, quello su Saipem resta un investimento tipicamente speculativo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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