Sono convocati per questo pomeriggio i consigli di amministrazione che avvieranno la prevista fusione tra Impregilo e il gruppo Salini, dando così forma al nuovo «campione nazionale» delle costruzioni. È atteso anche l'annuncio dei rapporti di concambio, che dovranno tenere conto del dividendo da 600 milioni complessivi già assegnato ai soci di Impregilo dall'amministratore delegato Pietro Salini (nella foto): i board si riuniranno in contemporanea a mercati chiusi, ma i titoli potrebbero restare sospesi dalle contrattazioni per l'intera giornata. Il definitivo passaggio davanti alle assemblee dei soci è invece atteso a settembre, così da completare l'iter entro l'autunno prossimo.
Dopo l'Offerta pubblica di acquisto, il gruppo Salini detiene comunque già il pieno controllo del general contractor (88,8% del capitale). Dalle nozze nascerà invece un gruppo, quotato in Piazza Affari, con vendite stimate pari a 7 miliardi nel 2015 e focalizzato su progetti di ingegneria civile come dighe, ponti e autostrade: nel portafoglio ordini anche il potenziamento del Canale di Panama e alcune grandi opere in Etiopia. Ultimo in ordine di tempo è invece l'accordo sottoscritto da Impregilo con Maire Tecnimont per rilevare le relative partecipazioni nei cantieri impegnati nella costruzione del Terzo Valico della Statale dei Giovi e della metropolitana di Copenaghen.
In due anni dunque Pietro Salini è riuscito a entrare in Impregilo, scalzare dopo una dura battaglia i Gavio, lanciare un'Opa per ottenere il pieno controllo della società e infine fonderla con la sua Salini. Con l'idea, come dimostra l'avvenuta cessione della brasiliana Ecorodovias, di focalizzare le energie sul business delle costruzioni.
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