L'Antitrust accende un faro sullo scorporo della rete Telecom: «Non deve essere un espediente per evitare obblighi regolatori che incombono», avverte il presidente dell'Autority, Giovanni Pitruzzella (nella foto), nel corso di un'audizione in commissione Attività produttive del Senato. Il via libera allo scorporo della rete di accesso è stato deciso da Telecom Italia nel cda dello scorso 30 maggio. «Il Parlamento dovrà seguire con particolare attenzione questo tema perché sulle modalità dell'operazione si gioca una parte importante del futuro», ammonisce Pitruzzella.
«La rete- sottolinea il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni, Antonio Catricalà - è un bene nazionale di valore strategico». E aggiunge: «La separazione non è il migliore dei sistemi possibili, ma darà frutti se realizzata con certe caratteristiche e la principale è l'effettiva neutralità della rete e la parità di accesso per tutti». Per questo «occorre un quadro regolatorio certo, che definisca i rischi giuridici». Quanto alla maggioranza della società in cui confluirà la rete Telecom dopo lo scorporo, lo definiranno le regole del mercato e lo statuto della Cdp: «Se la governance è fatta in un certo modo allora non c'è nemmeno bisogno di ricorrere alla golden share», conclude Catricalà.
Le telecomunicazioni, dunque, sono e restano un settore prioritario per l'Antitrust, «perché potrà avere ricadute importanti sull'economia del Paese, ma non l'unico: «La nostra attenzione sarà forte anche su energia e farmaci- avverte ancora il presidente dell'Autority -. Sono settori in cui riteniamo sia importante procedere».
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