Siena fa dietrofront sull'asse con Axa

Il presidente Clarich: «Con Parigi nessuna trattativa» La lettera ai consiglieri per fare posto a Btg e Fintech

Dietrofront di Marcello Clarich, neo presidente della Fondazione Mps, sull'allargamento ad Axa del patto di sindacato del Monte Paschi. A una settimana dalla sicurezza con avava inserito l'assicurazione francese come probabile nuova protagonista dell'accordo che già lega Palazzo Sansedoni, Fintech Avisory e Btg Pactual, Clarich dice di non «poter smentire o negare quello che è stato riferito». Sottolineando però che quello di Axa era solo «un esempio». «Si tratta di considerazioni: un tavolo di trattative oggi non c'è. Ci stiamo concentrando per adempiere a un patto che oggi c'è. Quando avremo le idee chiare su questo punto stabiliremo una strategia», ha detto ancora il presidente della Fondazione senese.

Non esiste, dunque, al momento, il progetto che avrebbe permesso al patto parasociale di arrivare al 12% del capitale e quindi di porre un discreto argine in assemblea anche nel caso di una proxyfight da parte dei fondi: il primo socio della banca è York Capital con il 5%.

In parallelo, sul fronte della rappresentanza in cda, visto che il pressing informale non è servito a nulla, Clarich è passato alla maniere forti consegnando ai suoi quattro rappresentanti nel consiglio Monte Paschi una lettera in cui chiede di farsi da parte a due di loro. Sostanzialmente un «licenziamento», che riflette l'imbarazzo di Palazzo Sansedoni per non essere ancora riuscito a fare posto agli alleati americani di Fintech e Btg nella stanza di comando di Rocca Salimbeni, come previsto alla firma del patto di sindacato che blinda il 9% del capitale e ambisce a scegliere il nuovo board la prossima primavera. Nella missiva la Fondazione ribadisce «l'estremo disappunto» comunicato sempre per iscritto a metà agosto dai pattisti per essere ancora esclusi dalla governance della banca guidata da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. Pur di liberare i due posti promessi, l'Ente offre quindi a chi accetterà di dimettersi,un indennizzo in denaro pari ai compensi che perderà visto l'addio anticipato; assicurando per il beau geste sia proprio «riconoscimento pubblico» sia quello delle istituzioni locali senesi. I quattro «reticenti» sono: Marco Turchi, Paola Demartini, Angelo Dringoli e Marina Rubini. A conferma dell'urgenza del problema Clarich ha fatto portare la lettera sul tavolo della prima riunione della Deputazione amministratrice rinitasi ieri.

La Deputazione

Amministrativa «dopo la verifica del possesso dei requisiti previsti dalla legge e dallo statuto per i componenti, ha infine proceduto alla nomina del vice presidente nella persona della professoressa Bettina Campedelli».

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