SoftBank lascia Nvidia e punta sull'IA

Il gruppo ha ceduto l'intera partecipazione per 5,8 miliardi

SoftBank lascia Nvidia e punta sull'IA
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La giapponese SoftBank ha venduto la sua intera partecipazione in Nvidia, l'azienda di microchip più importante al mondo, per 5,8 miliardi di dollari. La somma verrà interamente utilizzata per nuovi investimenti nel settore dell'intelligenza artificiale. La cessione non è stata una novità assoluta, visto che la notizia aveva iniziato a girare un mese fa, quando SoftBank aveva annunciato l'intenzione di vendere 32milioni di azioni della società guidata da Jensen Huang (in foto). Va però osservato che la vendita non ha inciso più che tanto sul titolo, che a Wall Street ha perso poco più del 3% nell'ultima seduta.

La vendita è in un certo senso la misura delle necessità finanziarie del gruppo di Masayoshi Son per realizzare tutta una serie di ambiziosi progetti legati alle nuove tecnologie, come l'iniziativa infrastrutturale Stargate assieme a OpenAI oppure l'apertura di stabilimenti dedicati alla produzione di robot avanzati. Natutalmente non si tratta del primo approccio di SoftBank all'intelligenza artificiale: la holding giapponese è infatti già azionista di OpenAI, di cui possiede attualmente circa l'11%, di Perplexity AI, di Ampere Computing (azienda statunitense specializzata nella progettazione di microchip), della compagnia tecnologica cinese ByteDance (casa madre di Tik Tok) e ha recentemente acquisito la divisione robotica di Abb, con un accordo da 5,4 miliardi di dollari. Questo perchè Son è convinto che l'intelligenza artificiale sarà in grado di plasmare "il futuro dell'umanità" e vuole che Softbank diventi un attore fondamentale in questa trasformazione. "Quest'anno il nostro investimento in OpenAI sarà ingente, occorre investire oltre 30 miliardi di dollari, quindi per questo motivo dobbiamo liquidare i nostri portafogli finanziari", ha spiegato ieri.

Al momento le ambizioni della società giapponese sembrano supportate dai risultati, con un utile netto di 2.

500 miliardi di yen (16,2 miliardi di dollari) nel trimestre chiuso a fine settembre, più del doppio rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e soprattutto ben al di sopra delle aspettative degli analisti di 207 miliardi di yen.

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