Elon Musk da sempre guarda avanti. Con la sua Tesla ha puntato sull'auto totalmente elettrica, sciogliendo subito i due nodi più importanti: l'autonomia e le prestazioni. E così le sue «Ferrari» californiane, come erano chiamate all'inizio, hanno via via preso piede diventando il simbolo della trasformazione del mondo automotive verso le zero emissioni, la produzione di energia da fonti rinnovabili, la guida autonoma e il massimo dell'hi-tech disponibile. La piccola Tesla è arrivata a capitalizzare, nei mesi scorsi, più del gigante Gm; secondo il mercato, Musk aveva imboccato la strada maestra, quella sulla quale si sarebbero dovuto poi inserire tutti gli altri. Musk è una sorta di «architetto del futuro» (così lo ha dipinto Focus), bravo a progettare tubi sopraelevati per spostarsi ad alta velocità da una città all'altra, e a voler spedire già quest'anno due turisti in orbita lunare. Con Tesla, sono quattro le società che ha lanciato: Solar City, SpaceX e PayPal. Suo è anche il sogno dei voli intercontinentali che durano solo 30 minuti e dei veicoli a batteria da 1.000 km di autonomia previsti per il 2020, insieme al lancio della sportiva Tesla a due posti. Senza dimenticare il camion Semi a guida autonoma che si propone di rivoluzionare i trasporti su strada. Insomma, un visionario che si è posto come obiettivo quello di cambiare il mondo, rendendolo più smart e più green. Ma anche per le persone dotate di capacità intellettive abbondantemente oltre la media, le insidie sono in agguato.
Come previsto, anche i big - Vw, Audi, Porsche, Bmw, Mercedes, i francesi, gli stessi concorrenti Usa, Gm e Ford, fino agli asiatici - si sono ormai lanciati nella «visione» elettrica e in un futuro dove la macchina farà tutto da sola. Riuscirà, a questo punto, la piccola Tesla di Palo Alto a tenere testa ai big del settore che hanno già messo in campo investimenti ultramiliardari anche nelle infrastrutture? Ecco allora Musk tornare con i piedi per terra. Ed è proprio la sua Model 3, la berlina da 35.000 dollari, che dovrebbe far diventare Tesla un produttore di massa, a continuare a creargli problemi. Gli obiettivi di produzione hanno infatti subito un nuovo ritardo. Tesla ora prevede di produrre 5.000 Model 3 alla settimana entro la fine di giugno, tre mesi oltre i tempi stimati. Nel primo trimestre la produzione giornaliera si fermerà a solo 2.500 modelli la settimana.
A preoccupare sono state soprattutto le consegne del quarto trimestre: solo 1.550 Model 3, rispetto alle 4.100 attese. Intanto i costi sono lievitati di 1 miliardo.
Nonostante il 2017 si sia chiuso per Musk con un aumento delle vendite del 33% (oltre 100mila auto elettriche), il rosso nel terzo trimestre è stato di 671 milioni rispetto al precedente utile di 22 milioni di dollari. E ora la domanda che gli analisi si pongono è quanto la gente sia disposta ad aspettare la Model 3, vista la crescente competizione del mercato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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