Economia

La spesa alimentare online cresce, ecco come cambiano le abitudini degli italiani

Forum Live di Netcomm e TuttoFood.Il 36% degli eshopper ha continuato a riempire il carrello online anche dopo il lockdown: preferiti i siti web della grande distribuzione. L'home delivery la consegna preferita, seguita dal ritiro in negozio

La spesa alimentare online cresce, ecco come cambiano le abitudini degli italiani

Il comparto alimentare tra i protagonisti nella crescita e diffusione dell’ecommerce sia nei mesi della pandemia che nella fase post lockdown. L’alimentare nell’online ha infatti raddoppiato la penetrazione durante il lockdown: il 17,2% dei consumatori ha acquistato almeno una volta utilizzando il web.

Il rapporto di IRI per Netcomm evidenzia infatti che, se nel 2019 le vendite online erano sbilanciate verso gli acquisti di prodotti per la cura della persona e il cibo per animali domestici, il 2020 ha visto un’esplosione nelle vendite digitali di prodotti confezionati di largo consumo con una crescita settimanale che non è mai scesa sotto il 50% arrivando a picchi del 288%.

Nella fase successiva il cambamento delle abitudini di acquisto è proseguito: il 36% ha continuato a fare la spesa online, privilegiando i siti web della grande distribuzione organizzata, con un aumento della customer satisfaction arrivata a una valutazione di 7,5 contro il 6,5 nel periodo della pandemia. Così la spesa alimentare online è entrata a tutti gli effetti tra le abitudini di consumo degli italiani.

Questo è lo scenario emerso nell’edizione speciale di Netcomm Forum Live dedicato al settore del food - Netcomm è il Consorzio del Commercio Digitale Italiano - che si è svolto in collaborazione con NetStyle e TUTTOFOOD Milano.

“Il boom dei canali digitali nel settore dell’e-grocery è dovuto, in particolare, all’adozione di nuove modalità di acquisto dei prodotti - spiega Roberto Liscia, presidente di Netcomm -. La necessità di mantenere il distanziamento sociale e, al tempo stesso, di garantire la continuità del servizio, ha determinato l’affermarsi della consegna senza contatto". "In particolare, un ruolo importante ha giocato il click & collect, vale a dire il ritiro in negozio della merce acquistata online, che nelle quote di vendita ha superato il 15% durante il lockdown (era l’8,3% nel 2019) e si è attestato di poco sotto al 13% nella fase successiva - aggiunge -. Una modalità di acquisto molto apprezzata dagli eshopper nell’alimentare, perché ritenuta più conveniente e veloce rispetto all’home delivery. Il click and collect ha riportato una crescita del +349% e c’è da aspettarsi che, da qui alla fine dell’anno, diventerà un’abitudine sempre più consolidata tra i consumatori”.

L’esplosione dell’online e le differenti modalità di acquisto hanno e stanno modificando la geografia del commercio anche se negli ultimi mesi si osserva un riallineamento delle dinamiche dei canali distributivi alla situazione pre-Covid. Emerge, tuttavia, la crisi degli ipermercati, con un calo delle vendite del 9,6%, considerando complessivamente sia la fase Covid che quella successiva. Il commercio di prossimità, dopo il balzo del 16,1% nel lockdown, ha invece registrato una flessione del 3,2% nel periodo giugno-agosto. Accelerano invece gli Specialisti Casa e Persona (+11,7% post lockdown) e continua il forte sviluppo degli acquisti online di prodotti del largo consumo confezionato con un balzo del 96,4%.

Cambiamenti che confermano la bontà delle scelte di Fiera Milano e in particolare da TUTTOFOOD che aveva iniziato un percorso di avvicinamento al digitale presentando già nella scorsa edizione un’area dedicata, con aziende espositrici cha spaziavano dalle start up a quelle più strutturate, accompagnate da seminari e convegni professionali per spiegare le nuove strategie digital. Percorso che si arricchisce con le iniziative di Fiera Milano Platform: innovativi servizi fisici e digitali che trasformeranno la customer journey di visitatori ed espositori, rendendo la grande manifestazione espositiva un media attivo 365 giorni all’anno, grazie allo sviluppo di servizi (news, webinar, nuovi siti, blog, communities, solo per citarne alcuni) dedicati a informare e educare su come il futuro del Food&Beverage sia omnichannel e onlife.

“La crisi - conclude Roberto Liscia - ha messo tutti gli attori del food&grocery di fronte alla necessità di accelerare la propria trasformazione digitale. Occorre che tutti i brand si preparino a soddisfare le nuove esigenze di consumo evidenziate e investano sull’export digitale e sui rapporti con i nuovi intermediari.

Se i negozi di quartiere, ad esempio, dovranno costruire e rafforzare la rete di partner e operatori del digitale con cui collaborare per rispondere alle nuove richieste di mercato, le grandi insegne che già operano nell’e-grocery dovranno migliorare i servizi offerti e fidelizzare i nuovi consumatori raggiunti negli scorsi mesi”.

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