"La stangata Ue sulle sigarette può alimentare il contrabbando"

"Gli aumenti di tre euro spingeranno l'inflazione"

"La stangata Ue sulle sigarette può alimentare il contrabbando"
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Oltre il danno economico, la beffa. Il forte aumento dei prezzi che l'Unione europea vorrebbe applicare ai tabacchi con il pretesto salutista (in Italia le sigarette potrebbero costare fino a 3 euro in più a pacchetto), non solo rischia di mancare l'obiettivo ma può addirittura rivelarsi un boomerang. "Spingerà i consumatori verso prodotti illeciti piuttosto che verso la cessazione", ha avvertito ieri Francesco Moscone, professore dell'Università Ca' Foscari di Venezia e della Brunel University di Londra, nel corso di un'audizione all'Europarlamento. Il paradosso è che i burocrati di Bruxelles, fautori della controversa proposta di modifica alla normativa esistente, dovrebbero saperlo molto bene.

Del resto, i dati dell'ufficio europeo per la lotta antifrode uniti alle informazioni fiscali pubblicamente disponibili rivelano "una correlazione significativa" tra i crescenti livelli di accisa e la diffusione del contrabbando. In altre parole, più le tasse crescono e più si registra un aumento del commercio fuori legge. Il nostro Paese, che primeggia in Europa per la lotta al contrabbando (solo l'1,8% delle sigarette è di provenienza illecita contro una media Ue del 10%), verrebbe penalizzato. Eppure, l'Ue non sembra intenzionata a fare marcia indietro. A dispetto di quanto prospettato dai promotori dell'iniziativa, peraltro, l'operazione fiscale avrebbe effetti sistemici negativi. L'adeguamento delle accise al rialzo - ha fatto notare il professor Moscone - potrebbe infatti aumentare l'inflazione a livello Ue di circa lo 0,55 per cento, rallentando ulteriormente la ripresa. L'esperto ha inoltre evidenziato altre anomalie nella proposta targata Bruxelles, che farebbe scattare la scure fiscale su tutti i prodotti del tabacco, senza distinzioni. A suo avviso sarebbe invece opportuno applicare una tassazione proporzionale al rischio. "Se metà dei fumatori italiani passasse a prodotti a rischio ridotto, come il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, potremmo risparmiare circa 700 milioni di euro in costi diretti ogni anno", ha spiegato Moscone, citando le evidenze di una sua recente ricerca. Ma a sollevare critiche all'iniziativa sono stati anche migliaia di cittadini europei: su oltre 17mila partecipanti a una consultazione pubblica indetta dalla Commissione Ue (fra loro, quasi 3 mila italiani), il 92% si è dichiarato contrario alla proposta. "Siamo già tartassati, non serve un altro prelievo firmato Ue", è il tono dei riscontri.

Giungendo alle medesime conclusioni degli esperti, molti hanno contestato l'approccio oltranzista dell'emendamento, che ignora il principio della riduzione del rischio. E che per questo è ritenuto "anti-scientifico" e "controproducente".

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