È tempo di rinnovo per il Contratto collettivo specifico di lavoro (l'ex Contratto Fiat) in scadenza a fine anno. Le richieste di Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, che rappresentano i circa 70mila lavoratori di Stellantis, Ferrari, Iveco Group e Cnh Industrial, puntano su aumenti salariali pari a 150 euro medi in paga base già nel 2023, l'8,4% di aumento, oltre a meccanismi trasparenti per gli incrementi degli anni successivi (4,5% nel 2024 e 2,5% nel 2025), nonché un miglioramento dei premiali di risultato differenziati per ciascun gruppo. Il 19 ottobre la piattaforma sarà votata dai consigli di fabbrica di tutte le Rsa. Ottenuti i consensi, il documento sarà inviato ai quattro gruppi industriali «al fine di avviare in tempi brevi» la trattativa. Per i sindacati il negoziato deve rappresentare anche l'occasione per «chiarire le missioni produttive di tutti gli impianti italiani, nella convinzione che la tutela dell'occupazione costituisca il fondamento di un confronto costruttivo». «Tutelare i salari dall'inflazione - affermano Rocco Palombella e Gianluca Ficco (Uilm) - è oggi di assoluta importanza, per ragioni sia di giustizia sociale sia di tenuta economica complessiva». «Ma vi è anche un tema legato alla formazione e alla necessità di rafforzare le competenze dentro il processo di trasformazione del settore», precisano Roberto Benaglia e Ferdinando Uliano (Fim).
Il
Mise informa, infine, che sono operativi gli interventi agevolativi a favore della riconversione e lo sviluppo della filiera automotive: 750 milioni (525 per i contratti di sviluppo e 225 sugli accordi per l'innovazione).
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