Economia

Stellantis-Renault, destini incrociati

Per i due colossi la sfida elettrica. L'ipotesi "rentrée" di De Meo per il post-Tavares

Stellantis-Renault, destini incrociati

Da domani al 23 ottobre il ritrovato Salone dell'auto di Parigi sarà, per la prima volta, il palcoscenico di un nuovo importante confronto, quello tra Stellantis e Renault e i rispettivi numeri uno, il portoghese Carlos Tavares e l'italiano Luca De Meo, ai quali spetterà il compito di presentare le novità e parlare di strategie. In particolare, nel primo caso, Avenger, la prima Jeep elettrica, mentre per i transalpini ci sarà la rivisitazione dell'iconica Renault 4.

Il gruppo franco-italiano da una parte, e quello francese dall'altra, vantano diverse cose in comune, a partire dalla partecipazione, in entrambi gli azionariati, dell'Eliseo: nel primo caso con il 6,2%, attraverso Bpifrance, nel secondo con il 15%. E pensare che nel 2019 Renault e l'allora Fca erano arrivate quasi a un passo dalle nozze.

Ma c'è anche un curioso intreccio ai vertici operativi: sia l'ad di Stellantis, Carlos Tavares, sia l'ad dell'ex Régie, Luca De Meo, hanno mosso i primi passi delle rispettive carriere proprio in Renault.

Tavares, prima di approdare alla guida di Psa, e poi della realtà nata dalla fusione con Fca, nella Casa della Losanga è arrivato a ricoprire il ruolo di Coo. E De Meo? «Battesimo dell'auto» a Parigi, quindi al lavoro in Toyota Europa, Fiat Group, Volkswagen, Audi, Seat (come presidente) e, dal luglio 2020, ancora in Renault, ma nella veste di Ceo.

Il portoghese e l'italiano, dunque, che si sono trovati l'uno di fronte all'altro, per parlare di transizione e futuro del settore, in una tavola rotonda organizzata giorni fa dal quotidiano Le Parisien. Un'interessante anteprima del duello tra novità e «scosse elettriche» che animerà l'imminente Salone di Parigi. Ma se questo «vai-e-vieni» non finisse qui? Una suggestione circola, infatti, negli ambienti dell'indotto automotive italiani, una voce che col passare delle settimane è diventata oggetto del classico tam-tam.

In pratica, una volta che Tavares (classe 1958) avrà raggiunto l'età della pensione, si sussurra che potrebbe essere proprio De Meo (classe 1967) il candidato numero uno a prenderne il posto al volante di Stellantis.

Tavares, a quel punto, portata a termine la fondamentale missione di creare e mettere ordine al gruppo, per quindi raccogliere i primi risultati del piano strategico «Dare Forward» al 2030, si potrebbe dedicare alla sua grande passione per le corse e, a quanto si dice, al mega-ranch in fase di realizzazione in Portogallo.

Per De Meo, invece, se la suggestione non sarà più tale tra qualche anno, ecco l'occasione di tornare «a casa» in qualità di Ceo di un grande gruppo con al suo interno quei marchi che, sotto la guida del suo maestro Sergio Marchionne, lo hanno visto crescere professionalmente aprendogli così la strada verso altre appassionanti sfide tra Germania, Spagna e, quindi, ancora Francia. Andrà o non andrà in questa direzione, comunque se ne sta parlando.

Faccia a faccia nel dibattito organizzato da Le Parisien, i due top manager hanno sottolineato come le città in cui viviamo, progettate secoli o decenni fa, «stanno subendo sempre più il traffico», fino a portare parte dell'opinione pubblica «a provare antipatia per l'auto», ha sottolineato De Meo.

Svolta verso l'elettrico e nodi da sciogliere, nonché la creazione da parte di Stellantis dell'iniziativa «Freedom of Mobility Forum», come risposta alla scarsa incisività di Acea (la lobby europea dell'auto), gli altri temi affrontati.

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