Economia

Allo studio una moratoria per Sondrio e Bari

Sarebbe congelata la trasformazione in spa. Anche le Bcc in trincea

Allo studio una moratoria per Sondrio e Bari

Il governo «ha allo studio una moratoria» che potrebbe interrompere la trasformazione in spa della Popolare di Sondrio e della Popolare di Bari. L'indicazione è arrivata ieri da Corrado Sforza Fogliani, presidente di Assopopolari, a margine del comitato esecutivo dell'Abi. «Per le altre banche», ha sottolineato Sforza Fogliani, «non c'è molto da fare se non provvedimenti di ampio respiro». L'attuazione della riforma delle banche popolari che obbliga gli istituti con oltre 8 miliardi di attivi ad abbandonare la governance cooperativa e trasformarsi in spa era stata sospesa da un'ordinanza del Consiglio di Stato del 2 dicembre 2016, poi confermata nel gennaio del 2017, in attesa che si esprimesse la Corte Costituzionale. La Consulta ha respinto i ricorsi di incostituzionalità il 21 marzo scorso e il Consiglio di Stato ha fissato per il 12 luglio un'udienza cautelare in cui stabilirà il nuovo termine per la trasformazione in Spa. Questo riguarda in particolare Pop Sondrio e Pop Bari, le uniche due popolari che ancora non hanno ottemperato alla riforma. Ma a inizio giugno il neo premier Giuseppe Conte aveva anticipato che ci sarà la revisione dei provvedimenti sul credito cooperativo e sulle banche popolari, «soprattutto per quelle più integrate sul territorio, per recuperare la loro funzione che aiuta molto il tessuto produttivo quello meno visibile, quello delle pmi».

Il sistema è entrato in allerta, anche perché la Lega aveva fatto approvare una mozione per una moratoria di 18 mesi della riforma delle Bcc. Una delle capogruppo, Iccrea, non vuole lo stop: «Siamo disponibili a dialogare con il governo ma siamo troppo avanti per bloccarla. La riforma, ricordo, è un'autoriforma e per le banche cooperative è una grandissima opportunità», ha detto sempre ieri il presidente di Iccrea, Giulio Magagni, aggiungendo che è tardi ormai per le Bcc per imboccare strade alternative, come il modello del fondo di garanzia centrale sviluppato in Germania. L'idea era stata scartata in Italia dopo un tentativo di realizzarlo da parte di Federcasse durato 10 anni. Un aiuto il governo, aggiunge Magagni, lo può certamente dare sostenendo in sede Ue l'applicazione del principio di proporzionalità alle piccole banche cooperative.

A fine maggio, il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha detto che senza la riforma circa 40 Bcc potrebbero rischiare la liquidazione.

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