Sui prestiti auto torna l'allarme subprime

Le banche frenano. Timori per il mercato. E poi c'è Trump

Sui prestiti auto torna l'allarme subprime

Il mondo finanziario Usa teme una nuova crisi originata dai subprime, prestiti ad alto rischio da parte di istituti di credito a clienti che si sono indebitati più di quanto sono in grado di sostenere. Lo spettro di quanto è accaduto dal 2006 in avanti è sempre vivo. E il nuovo allarme, che sembra più consistente rispetto agli altri lanciati periodicamente, riguarda ora il settore auto. Le banche americane, in pratica, tirano il freno sui finanziamenti per l'acquisto di un veicolo. Alcuni nomi: Citizens Financial Group, il nono istituto americano, ma anche Wells Fargo, JpMorgan e Capital One. A tornare sul problema è stato il Financial Times. I prestiti per l'acquisto di auto (ne fanno uso circa i due terzi della clientela) alla fine del primo trimestre ammontavano a 1.170 miliardi di dollari, il 70% in più rispetto al 2010.

A Wall Street, intanto, nel caso il cordone della borsa dovesse stringersi ancora di più, si guarda a possibili ricadute su un mercato che da alcuni mesi è in affanno, anche se le stime restano sempre elevate e nell'ordine di oltre 17 milioni di vetture immatricolate alla fine del 2017. Domani si conosceranno i dati di maggio, mese che dovrebbe segnare un altro risultato con il segno «meno». «Il nuovo allarme non è una buona notizia - commenta un analista -: se il mercato dovesse restringersi, visto che i costruttori hanno costi fissi significativi, o sono talmente forti da mantenere i prezzi elevati oppure dovranno sbragare ancora di più con i listini». Resta il fatto che negli Usa ci sono ancora tantissimi veicoli usati da vendere e lo stesso vale per le nuove macchine, nonostante le forti promozioni che le Case applicano da tempo per ridurre gli stock.

C'è poi il «fattore Trump»: il budget presentato dal nuovo presidente Usa non va incontro ai ceti medi e bassi. Tante persone, infatti, sono sul punto di perdere i benefici dell'assistenza sanitaria e, con loro, i familiari. Senza prestiti, dunque, per milioni di americani sarà molto difficile cambiare la macchina.

E sempre l'auto si trova al centro di una possibile guerra commerciale tra Usa e

resto del mondo dopo le recenti frasi minacciose di Donald Trump contro la vendita di veicoli tedeschi negli Stati Uniti. Il rischio è di un dazio del 35% per le vetture prodotte all'estero e vendute sul territorio americano.

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