Tirati i rigori «al buio» nella finale Rcs

Cairo si gioca il tutto per tutto, Bonomi e i soci storici cercano il colpo di grazia

Camilla Conti

Una carrellata di immagini accompagnata dalla voce fuori campo che elenca i suoi successi: aver fondato un gruppo editoriale, lanciato 14 nuove testate, rilanciato la Mondadori e La7. «Tutto questo distribuendo in 8 anni 153 milioni di euro in dividendi». E Rcs?». «Ops!», risponde Urbano Cairo spuntando alla fine dello spot. Che pubblicizza, appunto, l'Ops, ovvero l'offerta di pubblico scambio, sulle azioni Rcs. La campagna tv è stata diffusa proprio ieri, nel giorno dell'ultimo e decisivo duello fra la Cairo Com e gli avversari di Imh. Carta contro contanti, un editore puro contro una cordata di soci finanziari, cambiamento contro continuità. Le due offerte sono state consegnate entro mezzanotte in busta chiusa alla Consob, dove sono state aperte in contemporanea dai funzionari della commissione. Essendo rilanci «al buio», da entrambe le parti le bocche ieri sono rimaste cucite per non svelare le carte ai rispettivi avversari.

Da un lato c'è Urbano Cairo, già titolare del 4,7% di Rcs, che finora ha scelto di combattere da solo ma con il sostegno a bordo campo dagli advisor di Equita sim e Banca Imi (controllata da Intesa che ha il 4,17% di Rcs e ne è primo creditore). L'editore offre azioni della sua Cairo Com in cambio di quelle di Rcs (dapprima 0,12 per ciascun titolo consegnato, poi 0,16 e infine 0,17); prospetta una ristrutturazione basata sul contenimento dei costi e sullo sviluppo dei ricavi, senza escludere una fusione con il suo gruppo. La cordata Imh composta dalla Investindustrial di Andrea Bonomi, Mediobanca, Della Valle, Pirelli e UnipolSai, ha risposto con una controfferta di 0,7 euro in contanti per ogni azione Rcs, cifra poi alzata a 0,8 euro. Al mercato propone un piano all'insegna della continuità; i soci si sono impegnati a sottoscrivere un aumento di capitale di Rcs da 150 milioni e valuteranno «la possibilità di investire ulteriori risorse finanziarie». Alla vigilia degli ultimi rilanci di ieri, intanto, il titolo Rcs si è portato ai massimi da 9 mesi con un +0,83% a 0,852 euro per azione. Grazie anche all'«effetto Cairo» che l'8 aprile ha dato il calcio d'inizio della partita sul Corriere annunciando la sua ops, le azioni della Rizzoli hanno più che raddoppiato il loro valore a Piazza Affari (+109%): la capitalizzazione è così salita da poco più di 210 milioni di euro agli attuali 445 milioni. Il titolo quota attualmente al di sopra sia degli 0,80 euro per azione cash proposti da Bonomi, sia dell'offerta in azioni di Cairo, che ai prezzi di ieri valorizza ogni titolo Rcs 0,74 euro (le Cairo Com hanno guadagnato il 4,29% a 4,38 euro).

Dal punto di vista delle adesioni alle offerte, il match si chiuderà il 15 luglio e i dati definitivi si conosceranno lunedì 18 luglio.

In caso di pareggio, le regole prevedono che l'offerta prevalente (che raggiunge il controllo di fatto superando la soglia del 30%) vinca la contesa e che gli aderenti a quella sconfitta possano girare le loro azioni alla vincente.

Ma se entrambe raggiungono questo obiettivo si apre uno scenario di stallo, che ovviamente tutti vorrebbero evitare in quanto i contendenti puntano alla maggioranza assoluta.

Intanto, sia la ops di Cairo sia l'opa di Bonomi&c hanno ricevuto il via libera dell'Antitrust che non ha rilevato criticità sotto il profilo della tutela della concorrenza.

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