Accordo ponte, di un anno, per il 2013, con l'offerta di un aumento salariale di 40 euro lordi mensili, legati alla presenza effettiva in azienda. È la proposta avanzata da Fiat ai sindacati, ieri a Torino, nell'incontro per il rinnovo del contratto aziendale, che riguarda 86mila dipendenti. Nessuno dei sindacati metalmeccanici si è detto contro l'offerta, a priori. Ma è un fatto che la firma dell'accordo, che nei giorni scorsi era stata data per fatta dalla Fismic, non è arrivata.
«È una partenza, vediamo», ha detto apparendo possibilista Ferdinando Uliano, della Fim (nel tondo), al termine dell'incontro. Anche se con una precisazione: «Non siamo contrari a una discussione anno per anno, ma riteniamo che il tema dell'aumento salariale non può essere limitato collegando l'incremento dei minimi alla questione della presenza, perché bisogna tenere presente elementi di criticità come la cassa integrazione negli stabilimenti».
Ma proprio sul fronte della cassa integrazione, il Lingotto ha reso noto ai sindacati che in Italia, nella sola Fiat Spa, sono state totalizzate 32 milioni di ore nel 2012. Qualche perplessità è stata sollevata anche dall'Ugl. Antonio D'Anolfo ritiene troppo bassi 40 euro: «Siamo disponibili a ragionare sull'accordo ponte per il 2013, perché coscienti del fatto che l'auto sta attraversando un momento difficile, ma riteniamo che un aumento di 40 euro lordi mensili sia troppo basso e che non possa essere legato soltanto alla presenza». In sostanza, però, le perplessità sindacali riguardano più il fatto che l'aumento proposto da Fiat, al di là della cifra in sé, riguardi solo chi lavora, e non la paga base di tutti i dipendenti. Un incremento, quindi, che si configurerebbe più come un premio di produzione.
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