Il trattato che tutela il made in Italy (ma non piace a Di Maio)

Il trattato che tutela il made in Italy (ma non piace a Di Maio)

«Il Ceta è il migliore degli accordi possibili perché rispetta e tutela il made in Italy garantendo il rispetto dei prodotti a marchio Igp e Dop, a partire dal Parmigiano Reggiano che soffre molto le imitazioni estere», spiega l’eurodeputato di Fi, Salvatore Cicu, sottolineando che «un report del Fondo monetario internazionale ha indicato negli accordi commerciali il modo per realizzare il 98% degli obiettivi di internazionalizzazione delle imprese». Al contrario di ciò che si dice, rimarca l’esponente del Ppe, «da quando il Ceta è in vigore l’export europeo verso il Canada è aumentato del 12,8%, mentre quello canadese verso l’Unione europea è diminuito del 2,5%». Insomma, il trattato consente alle imprese dell’Ue, incluse quelle italiane di sbarcare in uno dei mercati G7 senza vedersi applicati dazi, ottenendo un vantaggio del 20-30% sul prezzo di vendita finale. «Dire che non si procede alla ratifica significa che tutto rimarrà com’è visto che il Ceta è stato ratificato solo da 11 Paesi su 28», aggiunge Cicu specificando che «se l’Italia volesse abrogarlo, dovrebbe presentare una mozione all’Europarlamento e farla votare a maggioranza». certo, «anche il Ceta è migliorabile, ma il presidente del Parlamento Ue Tajani ha sempre mostrato di tutelare a meglio gli interessi italiani», conclude Cicu ricordando che il problema relativo all’import di grano canadese lamentato da Coldiretti è irrilevante perché «da quando il trattato è in vigore l’import italiano è diminuito».

le polemiche sul glifosato hanno fatto scendere del 46% su base annua le importazioni del cereale. Insomma, pare proprio che non valga la pena di fermare il Ceta per la contrarietà di Coldiretti. Anche perché all’export in Canada sono legati 63mila posti di lavoro.

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