I provvedimenti economici messi n campo dal governo Conte per fronteggiare l’impatto economico negativo che si scatenerà a causa dell’epidemia di coronavirus non convincono l’ex ministro delle Finanza Giulio Tremonti.
L’attuale presidente di "Aspen Italia" ritiene importante aver dato il bonus di 600 euro alle famiglie che devono affrontare spese quotidiane senza avere la possibilità di contare su stipendi. Ma il vero nodo, secondo Tremonti, è rappresentato dal modo con cui è stata fornita liquidità alle imprese. "Penso che sia stato giusto dare i 600 euro alle famiglie, ma credo che sia stato sbagliato dare liquidità alle imprese passando dalle banche", ha dichiarato l’ex ministro intervenendo a 'Non Stop News' su Rtl 102.5. Tremonti ha spiegato che "all'estero non hanno fatto così, hanno dato direttamente liquidità a fondo perduto, passare dalle banche è una scelta lenta e per niente felice".
Lo stesso presidente di "Aspen Italia" critica anche il possibile ricorso al Mes, il meccanismo europeo di stabilità, considerato uno strumento complicato e che non fornisce denaro a fondo perduto. "Il cosiddetto Mes- ha spiegato- è quello che dovrebbe venire da noi con 30 miliardi di prestiti per la sanità: è molto complicato come meccanismo e stiamo parlando comunque di debito, non sono soldi regalati".
Tremonti ha sottolineato che per fronteggiare la crisi economica, i cui effetti già si intravedono all’orizzonte, si potrebbe utilizzare anche un altro strumento: quello dei bond. "Poi c'è il piano dei Bond- ha aggiunto l’ex ministro - e forse quella è la cosa più importante, io spero che passino. Ci sono due tipi di Eurobond, titoli che tu metti sul mercato, prendi i soldi e li dai agli stati per fare degli investimenti, oppure vai sul mercato a debito e poi li ripresti agli stati, quindi un debito europeo che però serve per finanziare un debito nazionale”. Questa, ha concluso Tremonti, “è la via meno buona perché sempre stiamo parlando di debito su debito, anche se come si dice, piuttosto che niente...".
La scorsa settimana Tremonti ha fatto chiarezza sull’origine del Mes. "Nel corso della prima parte dei 2011, il nostro programma era mirato all’obiettivo finale degli eurobond. Nella prima fase ci siamo concentrati sulla costituzione del fondo europeo (che poi sarebbe stato chiamato Mes). Fase 2: lancio dei titoli di Stato europei. È in questa logica sequenziale che nel luglio 2011 si arrivò alla prima firma su questo meccanismo. In Europa dall’Eurogruppo-Ecofin al Parlamento europeo, da Junker a Gualtieri, tutti sapevano che il nostro piano partiva dal Mes, ma per arrivare agli eurobond", ha spiegato l’ex ministro.
"Per noi – ha ricordato Tremonti, più volte ministro dell’Economia - il Mes senza gli eurobond non avrebbe avuto senso. Per contro, per gli eurobond il Mes era necessario". Poi,secondo l'ex ministro, ci sono state manovre che, a partire dal 5 agosto 2011 e da quella che Mario Monti chiama la lettera Trichet-Draghi, “avrebbero portato alla chiamata dello straniero venuto in Italia nel novembre naturalmente "nel nostro interesse".
"Di conseguenza- ha aggiunto ancora - il salva-Stati, che era ancora privo di efficacia, diventa efficace e definitivo con la firma del presidente Monti nel febbraio 2012, ma, piccolo dettaglio, dopo che è stata affossata la funzione per cui era nato: lanciare gli eurobond".Il presidente di "Aspen Italia" ha anche raccontato che "con la Grecia il Mes ha rivelato una funzione autonoma, totalmente diversa da quella per cui era stato costituito: non come base per lanciare gli eurobond, ma strumento europeo per la riscossione-estorsione ad Atene dei crediti qui vantati dalle banche tedesche e francesi. E in questi termini che, con la complicità italiana del governo Monti e con la furia finanziaria dei "creditori" franco-tedeschi, il meccanismo europeo di stabilità si trasforma nello strumento che ha straziato la Grecia".
"Non per caso- ha concluso Tremonti - colpito da questo "stigma", da questa maledizione greca, il
Mes è rimasto nell’ombra per cinque anni, per essere infine, nell’autunno scorso, riproposto in Europa di nuovo, tanto per cambiare, come salva-banche. Tutto questo orrore è ben diverso dal progetto degli eurobond”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.