Trump manda fuori strada Fca: -5,7%

Pesano anche le immatricolazioni e il nodo Marelli. Giù Exor (-6%) e Ferrari (-3,7%)

Trump manda fuori strada Fca: -5,7%

Galassia Agnelli a picco, a Milano, in una giornata che ha visto l'indice Ftse Mib perdere il 2,4% e scendere sotto quota 22.000 punti. Il venerdì nero del gruppo che fa riferimento a John Elkann ha visto il titolo Fca crollare (-5,72%) e chiudere la settimana a 16,11 euro.

In un mese, le azioni Fiat Chrysler Automobiles sono arretrate dell'11,52%, un passo indietro importante rispetto al massimo dell'anno, quei 20,20 euro toccati il 23 gennaio scorso. Male anche la «cassaforte» Exor (-6% a 55,22 euro), Ferrari (-3,7% a 96,98 euro) e Cnh Industrial, con i suoi mezzi agricoli, da lavoro e i camion (-4,68% a 10,48 euro). A trascinare in basso il comparto automotive, e nel caso di Fca, anche la società controllante, Exor, il timore diffuso che ci si trovi alla vigilia di una guerra dei dazi, scatenata dagli Usa, sulle importazioni di acciaio e alluminio. Guardando a Fca, però, ci sono altre ragioni: i dati deludenti delle immatricolazioni di auto in Italia (il Paese vale il 10% dei volumi di tutto il gruppo e il 40% nei mercati Emea) a febbraio (-11%) giustificati dal Lingotto con la necessità di ricorrere a vendite di maggiore qualità, evitando i cosiddetti «Km 0». E per fortuna che a sostenere il mercato di Fca ci sono Jeep (+78%) e Alfa Romeo (+19%), visto che il marchio Fiat, che ha bisogno di una rinfrescata alla gamma, ha segnato -17%. E ancora grazie a Jeep, che accelera anche negli Usa (il Continente pesa per il 50% sulle vendite del gruppo) dove, rispetto al -1% conseguito da Fca in febbraio, il marchio iconico ha guadagnato il 12% trainato dalla domanda dei nuovi Wrangler e Compass. Per Jeep è stato il miglior febbraio di sempre.

I mercati, intanto, sembrano aver accolto freddamente lo slittamento, al secondo trimestre, di una decisione sul futuro di Magneti Marelli. Novità, a proposito dello scorporo della società, erano attese per la fine di febbraio. Diverse le interpretazioni degli analisti sul fatto che l'ad di Fca, Sergio Marchionne, voglia prendere ancora tempo. Tra queste, l'intenzione di attendere il verdetto delle autorità americane sulla vicenda delle emissioni diesel che, però, non dovrebbe arrivare prima di giugno, quindi a Investor Day già avvenuto. Secondo alcuni analisti la multa a carico di Fca potrebbe essere compresa tra 1 e 3 miliardi, al netto delle immancabili cause civili. Ci sono poi le voci, riportate da Bloomberg, sulla necessità di valutare una serie di scenari alternativi, come l'interesse del fondo americano Bain Capital e di Tenneco, per alcune attività di Magneti Marelli.

È tornato alla ribalta anche il nome di Brembo visto che tempo fa il patron Alberto Bombassei non aveva escluso un interesse per alcune parti della società del Lingotto. A rifarsi viva sarebbe stata anche la coreana Samsung. Un fatto non trascurabile, infine, è che la svolta di Fca in direzione dei motori elettrificati, avrà bisogno anche dei sistemi che Marelli produce in Puglia.

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