Economia

Il turismo in ripartenza entusiasma le Borse. E per Airbnb è exploit

Record a Wall Street delle piattaforme online. E le grandi catene di hotel macinano profitti

Il turismo in ripartenza entusiasma le Borse. E per Airbnb è exploit

Il turismo riparte, nei bilanci e in Borsa. Il sold out di Ferragosto non è un caso isolato. Lo mostrano le stime di Federalberghi secondo cui, tra giugno e settembre, il giro d'affari delle vacanze degli italiani si attesterà a 22,7 miliardi di euro (rispetto ai 14,3 miliardi dello scorso anno e ai 21,8 miliardi del 2019), dei quali 5 miliardi destinati alle imprese ricettive, con una spesa pro capite di 876 euro (dai 673 euro della scorsa estate e dagli 837 euro di due anni fa). Certo pesano ancora gli effetti del lockdown, ma l'allentamento delle misure ha portato a una sorta di ondata di prenotazioni liberatoria, anche se prevalentemente domestiche.

Non è un caso che Airbnb tra aprile e giugno abbia registrato dati in crescita persino all'era pre-Covid con un giro d'affari di 1,34 miliardi di dollari, quattro volte tanto rispetto ai dati del 2020 e in miglioramento del 10% rispetto al del 2019. Boom di prenotazioni con 83,1 milioni tra pernottamenti ed esperienze (+29% rispetto al primo trimestre e +197% sul 2020). La società, tuttavia, pur aspettandosi un terzo trimestre record sui ricavi ha messo in guardia gli investitori dalla possibile volatilità causata dalle varianti del Covid. Intanto, dai 68 dollari per azione fissati nell'Ipo dello scorso dicembre, Airbnb ha ormai oltrepassato quota 152 dollari. Booking.com, pur dovendo ancora recuperare i livelli del 2019 (i ricavi trimestrali si sono attestati 2,16 miliardi di dollari di ricavi, in aumento del 243% sul 2020, ma ancora distanti dei 3,85 miliardi del 2019), sul Nasdaq ha già superato del 12% i prezzi dell'ultima estate pre-Covid.

In decisa accelerazione anche le grandi catene alberghiere internazionali che, pur penalizzate dalle aree del mondo in cui l'emergenza sanitaria è tutt'altro che sotto controllo e dalla mancata ripresa del turismo d'affari, hanno registrato trimestrali in decisa crescita e in Borsa si sono ormai messe alle spalle persino i livelli di prezzo del 2019. InterContinental Hotels Group è tornata in utile nel primo semestre dell'anno con 48 milioni di profitti (dal rosso di 210 milioni di un anno fa). Marriott International nel trimestre ha raddoppiato i ricavi a 3,1 miliardi di dollari con un utile di 422 milioni (dai 234 milioni di rosso di un anno fa e dai 232 milioni in positivo del 2019) e Hilton Worldwide Holdings, che a fine luglio ha toccato a Wall Street i massimi di sempre a 131 dollari per azione, ha registrato 1,3 miliardi di dollari fatturato (dai 564 milioni del 2020).

Ma se local è bello e soprattutto più facilmente gestibile tra green pass e quarantene, compagnie aree, società attive nella crocieristica e tour operator stanno aspettando l'allentarsi dei vincoli per i viaggi oltrefrontiera per ritornare a volare. Tui, il maggiore tour operator a livello mondiale, nonostante i dati in miglioramento (per la prima volta dall'esplosione del Covid ha smesso di bruciare cassa registrando 649 milioni di euro di ricavi trimestrali dai 71,8 milioni del 2020) rimane ben lontana dai livelli dell'estate 2019.

Royal Caribbean Group sta navigando al 42% della sua capacità, mentre Heathrow Airport, pur avendo registrato a luglio il 74% in più a livello di passeggeri in transito, rimane distante (dell'80%) dall'ultima estate pre-pandemica.

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