Attenti al portafoglio

La "botta" quando si fa il pieno Che cosa c'è davvero dietro la benzina

In Italia si pagano ben 19 accise sul carburante che fanno lievitare il suo prezzo: la stragrande maggioranza di esse andrebbe abolita per eventi ormai conclusi da decenni. Ma allo Stato non conviene, ecco perché

La "botta" quando si fa il pieno Che cosa c'è davvero dietro la benzina

Pochi, forse, sanno che quando si mette anche un solo litro di carburante, la tassa più alta che si paga non è necessariamente (ed unicamente) nei confronti del mondo petrolifero ma riguarda le accise, un'imposta sulla fabbricazione e vendita dei prodotti di consumo.

Perché si pagano

È un vecchio tema da sempre controverso e dibattutto e riguarda tutti coloro si muovano con un mezzo a motore. Numerose campagne elettorali hanno visto, come protagonista, l'accisa sulla benzina come accadde nel 2018 quando Matteo Salvini, durante la campagna elettorale per le elezioni nazionali, annunciò la cancellazione di tutti i "balzelli" del prezzo di benzina, gasolio, Gpl e metano per autotrazione. Un concetto ribadito anche durante l'attività del governo Conte ma mai, in realtà, passato alla fase esecutiva.

Attenzione, questa volta non è un’esclusiva solo italiana: esistono in tutto il mondo, specialmente nei paesi non produttori di petrolio ed esisono per far fronte ad emergenze come i terremoti, a crisi come quella migratoria dalla Libia ma anche a finanziare missioni di pace internazionali. Addirittura, resiste ancora l'accisa sulla guerra d'Etiopia del 1935-1936, la prima ad essere stata introdotta in Italia.

La maggior parte di esse, però, non avrebbe più motivo di esistere perché non esisono più le ragioni per i quali si resero necessarie: la guerra d'Etiopia è terminata da tempo, numerose crisi internazionali sono state ampiamente superate così come le calamità naturali dei decenni scorsi. Eppure, dal 1995, esiste un'unica accisa indifferenziata che non fa più riferimenti alle motivazioni originali. SI paga e basta.

Ecco quanto valgono

Non scordiamoci che, oltre alle accise, sul carburante grava anche l’Iva al 22% che non viene calcolata soltanto sul prezzo netto ma anche sui balzelli. Un'altra tassa sulle tasse. Secondo alcuni calcoli sui dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico, il dettaglio delle accise è il seguente: per la benzina si pagano 728,40 € ogni mille litri, per il gasolio 617,40 € ogni mille litri, per il Gpl 267,77 € ogni mille litri e per il metano 4,4 € ogni 1000 kg.

Soltanto nel 2017, le accise sui carburanti hanno generato un guadagno di quasi 26 miliardi di euro per lo Stato, somma che non include l’Iva che negli ultimi dieci anni ha visto un incremento di 5,4 miliardi, il 26,6% in più che in precedenza. Beh, è difficile rinunciare a cifre così alte per le affamate casse pubbliche.

Sono ben 19, ecco quali

Sono addirittura 19 le accise sul carburante che gravano sulle tasche degli italiani per chi possiede un veicolo a motore.

A queste va aggiunta l’Iva al 22%, arrivando a comporre il 64% del prezzo totale dei carburanti. Ecco l'elenco completo di quelle italiane:

  • 0,000981 euro: finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935-1936)
  • 0,00723 euro: finanziamento della crisi di Suez (1956)
  • 0,00516 euro: ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963)
  • 0,00516 euro: ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966)
  • 0,00516 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968)
  • 0,0511 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976)
  • 0,0387 euro: ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980)
  • 0,106 euro: finanziamento per la guerra del Libano (1983)
  • 0,0114 euro: finanziamento per la missione in Bosnia (1996)
  • 0,02 euro: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)
  • 0,005 euro: acquisto di autobus ecologici (2005)
  • 0,0051 euro: terremoto dell’Aquila (2009)
  • da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (2011)
  • 0,04 euro: emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011)
  • 0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana (2011)
  • 0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” (2011)
  • 0,02 euro: terremoto in Emilia (2012)
  • 0,005 euro: finanziamento del "Bonus gestori" (2014)
  • 0,0024 euro: finanziamento del "Decreto fare" (2014)
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