Fiato sospeso per l'esito dell'assemblea di Ubi Banca chiamata a scegliere il nuovo consiglio di sorveglianza per il prossimo triennio. Ieri sera, dopo 9 ore di discussione, si è conclusa la trattazione dei cinque punti all'ordine del giorno.
Ma alle 21 non era ancora noto chi raccoglierà più voti tra la lista della continuità, espressione del consiglio di sorveglianza e guidata dall'ex presidente di Confindustria Bergamo Andrea Moltrasio, e quella dei ribelli «bergamaschi», capitanata dal professore della Bocconi Andrea Resti. Il conteggio delle schede richiede ore: erano previste le ore piccole. Infatti nelle urne sono stati depositati oltre 14 mila voti, portati, anche per delega, dai 6.200 soci intervenuti in assemblea. Un afflusso record per Ubi, legato alla dura campagna elettorale che ha visto per la prima volta nella storia della banca ben tre liste contendersene la guida. Ieri, però, il colpo di scena: in corsa per il consiglio di sorveglianza sono rimaste solo due. L'ex parlamentare del Pdl Giorgio Jannone, candidato alla presidenza, prima della votazione ha chiesto ai suoi sostenitori di far convergere i voti su Resti, l'unico «in grado di opporsi allo strapotere di questo consiglio».
Una scelta, per Moltrasio, frutto di «una sensazione di debolezza» che potrebbe aver spinto il presidente delle Cartiere Pigna a sottrarsi alla conta. Con la lista di Moltrasio favorita, i voti del «rottamatore» potrebbero però permettere a Resti di ottenere fino al 30% dei voti e avere diritto a ben 5 consiglieri su 23.
In caso di quota tra 15 e 30%, invece, la lista di minoranza ha diritto a solo tre posti. Secondo le previsioni della vigilia, con tre liste in campo quella dei bergamaschi non sarebbe stata affatto certa di superare il 30%. Con la defezione di Jannone la quota dovrebbe invece essere raggiunta.
Nonostante non siano mancate le critiche incrociate, l'assemblea si è svolta ordinatamente. Unico momento di tensione quando i sostenitori di Jannone hanno contestato la decisione della maggioranza di procedere all'avvio delle votazioni prima della fine degli interventi. Quanto a questi, Resti ha chiesto «di rompere con il passato nell'interesse di tutti», promettendo più attenzione a famiglie e imprese, la valorizzazione delle carriere interne e un taglio a compensi e poltrone. «Noi non siamo qui per cavalcare la rabbia e il malcontento ma per dare risposte con serietà e con la nostra etica, che è l'etica della responsabilita» ha replicato Moltrasio. Mentre il consigliere delegato, Victor Massiah (che sarà riconfermato da Moltrasio), ha snocciolato una serie di dati per dimostrare che Ubi è rimasta «vicina al territorio» ed ha attraversato la «grande crisi» meglio di tanti concorrenti italiani.
L'assemblea ha visto anche l'addio, dopo 28 anni prima alla guida della Popolare di Bergamo, poi della Bpu, e di Ubi, di Emilio Zanetti. L'ex presidente del consiglio di gestione, il cui intervento è stato salutato con un lungo applauso, ha i invitato i soci a «guardare avanti» e superare le «tensioni».RE
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