Camilla Conti
Circa settemila soci, tra presenti e deleghe, megaschermi, due malori in sala, un pasticcio con le votazioni accavallate agli interventi sul palco, e alla fine la vittoria (con il 57,9% dei voti) della lista delle associazioni di azionisti capitanata dall'avvocato torinese nonchè ex commissario straordinario di Alitalia, Stefano Ambrosini che è stato dunque incoronato nuovo presidente di Veneto Banca. È l'estrema a sintesi della lunghissima assemblea di Montebelluna iniziata ieri mattina a Marghera e finita attorno alle 20. Con la netta sconfitta della rosa dei candidati proposti dal tandem al vertice Pierluigi Bolla-Cristiano Carrus che comunque entrano nel nuovo board passato da 11 a 14 membri. Della lista vincente fanno invece il loro ingresso, oltre ad Ambrosini, Carlotta De Franceschi (ex consulente del governo Renzi che ha collaborato alla stesura della legge sulle Popolari), Matteo Cavalcante (presidente dell'associazione «Per Veneto Banca»), Gianni Schiavon (a capo degli «Azionisti Veneto Banca»), Roberto Nevoni, Dino Crivellari, Maria Cristina Bertellini, Laura Dalla Vecchia, Aldo Locatelli, Debora Cremasco e Fabio Bassan.
La sfida senza esclusione di colpi fra le due formazioni era già partita da giorni: la formazione di Ambrosini ha criticato la tempistica dell'Ipo, mentre il board uscente ha puntato l'indice contro il potenziale conflitto di interesse degli avversari, esposti verso la banca per quasi un miliardo. L'ex presidente Bolla ha definito molti candidati «vicini all'ex ad Vincenzo Consoli» e anche la Bce ha mosso più di una critica alla lista di opposizione, ribadendo in una lettera declamata ieri in assemblea che esaminerà «con accuratezza, compatibilmente con l'attuale quadro normativo, l'indipendenza di giudizio dei nuovi consiglieri e la completa assenza di legami con le passate carenze gestionali».
I soci ieri però non si sono lasciati influenzare e hanno scelto la squadra di Ambrosini, che ha riunito subito il primo consiglio al termine dell'assemblea. Chi guiderà la banca? Cristiano Carrus, attuale ad e direttore generale, «mi ha già dato la sua disponibilità a continuare ad avere la carica di direttore generale», ha detto Ambrosini. Ricordando che «nel programma era molto chiara l'assenza di un ad» i cui poteri verranno sostanzialmente allocati presso Carrus che si potrà definire «plenipotenziario». E che ieri, durante l'assemblea, aveva lanciato un curioso spot per la quotazione: «Andiamo in Borsa perché siamo gravemente malati» - ammettendo che tutto quello che finora è stato fatto non è servito. C'era bisogno di una cura da cavallo per un cavallo che non ha avuto cure per troppi anni».
Approvato il bilancio, resta da decidere l'azione di responsabilità contro la passata gestione che è stata rinviata a una prossima assemblea. «Serve un po' di tempo per valutare se bisogna fare causa ai vecchi amministratori e se sussistono gli elementi per fare azioni anche in capo a chi è stato amministratore fino a poco tempo fa», almeno «un mese o un mese e mezzo», ha detto Ambrosini. Ma Veneto Banca deve varare un aumento da un miliardo e sbarcare in Borsa entro giugno.
Se fosse passata la lista di Bolla, pare che il cda avesse già pronto il prospetto della ricapitalizzazione e che lunedì lo avrebbe portato in Consob. Ora, nonostante le rassicurazioni dei nuovi vertici, i tempi potrebbero allungarsi. E di sabbia nella clessidra di Montebelluna non ne è rimasta molta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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