Economia

In viaggio nella fabbrica di Atessa dove l'alleanza funziona da 38 anni

È la più importante d'Europa per la produzione di furgoni Lavorano in 6.200 e dal 2009 non esiste cassa integrazione

In viaggio nella fabbrica di Atessa dove l'alleanza funziona da 38 anni

Se Fca e Groupe Psa lavoreranno insieme, come da una quarantina d'anni stanno facendo nell'ambito di Sevel, la Società europea veicoli leggeri che opera ad Atessa (Chieti), c'è sta da stare tranquilli. L'esempio è di quelli virtuosi: in Abruzzo i due gruppi vanno a braccetto dal 1981, in seguito a una joint venture nata nel 1978 per la produzione di furgoni. A inaugurare la fabbrica, il 28 novembre 1981, i presidenti della Fiat, Gianni Agnelli, e di Peugeot-Citroën, Jean Paul Marayre, alla presenza del capo dello Stato, Sandro Pertini.

«Questa volta - le parole prununciate dall'Avvocato - strutture produttive e infrastrutture sono cresciute insieme, senza ritardi e senza sprechi in un Mezzogiorno che troppo spesso ha assistito a inaugurazioni solenni di impianti che non hanno mai funzionato». Fiducia ripagata. Lo stabilimento, nel tempo, ha continuato a crescere fino a diventare il più importante in Europa nel segmento dei veicoli commerciali.

In Val di Sangro nascono Fiat Ducato, Peugeot Boxer e Citroën Jumper. A metà 2020, inoltre, dalle linee di montaggio uscirà anche il Ducato elettrico, utile per il trasporto e la consegna delle merci nel cosiddetto ultimo miglio, cioè nel cuore delle città. Anche i due furgoni francesi avranno una versione a zero emissioni.

Sevel è un'isola felice: il lavoro è tanto (17-18 turni) e l'ultima cassa integrazione risale al 2009. Di recente ci sono state nuove assunzioni. Gli occupati sono oltre 6.200, in arrivo da Abruzzo e Molise.

Numerosi i casi di famiglie i cui componenti lavorano tutti ad Atessa o nelle aziende dell'indotto (12.500 occupati). La produzione veleggia sulle 300mila unità l'anno. Dalla nascita, Sevel ha sfornato circa 7 milioni di veicoli commerciali.

In pratica, Gruppo Fiat (ora Fca) e Psa hanno anticipato di 40 anni l'esigenza, avvertita molto forte ora, di puntare sulle sinergie e la condivisione delle piattaforme. Una grande fabbrica capace di assorbire investimenti importanti e produrre grossi volumi ha permesso di offrire alla clientela furgoni con almeno 10mila varianti, pronti a soddisfare tutte le necessità di lavoro e trasporto. «Chi ha deciso questa joint venture - sottolinea un osservatore - si può ritenere un grande visionario».

Ducato e i «concorrenti» di Peugeot e Citroën non si disturbano a vicenda. Per il furgone di Fiat Professional, divisione ora guidata da Stephane Gigou, il primo mercato è quello tedesco, con esportazioni che raggiungono anche Cile, Australia e Nuova Zelanda. Da Saltillo, in Messico, i Ducato (qui battezzati Ram ProMaster) arrivano invece in Nord America e Brasile. Boxer e Jumper (a capo della divisione di Psa c'è da alcune settimane Xavier Peugeot) sono richiesti soprattutto in Francia.

Vista l'esperienza maturata e i risultati ottenuti in questi anni, «ad Atessa la notizia delle nozze tra Fca e Groupe Psa è stata accolta positivamente - commenta Domenico Bologna, segretario Fim-Cisl Abruzzo-Molise -; ma è fondamentale che ora le autorità del territorio accelerino i piani di rafforzamento delle infrastrutture stradali e autostradali, nonché dei porti di Vasto e Ortona per facilitare i trasporti».

«Sevel è un esempio di efficienza - aggiunge il sindacalista - e il merito è del prodotto di qualità, ma soprattutto del lavoro e dei sacrifici fatti negli anni dal personale». In verità, una preoccupazione c'era, vista la volontà di Groupe Psa, a causa dell'elevata richiesta, di produrre in Polonia, dal 2023, altre 100mila unità dei propri furgoni. «Ma ora - puntualizza Bologna - alla luce dell'accordo globale tra i due gruppi si potrebbe pensare di ampliare ulteriormente l'impianto di Atessa».

Tra il 2013 e il 2018, del resto, lo stabilimento ha portato la produzione da 203.

950 unità a sfiorare, lo scorso anno, quota 300mila.

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