Uno sguardo dintesa con lassessore allo Sviluppo del territorio Giovanni Verga, poi il vice sindaco Riccardo De Corato lancia (quasi) ufficialmente il progetto «Abitare a Milano 3».
«Con la vendita Sea e la cartolarizzazione degli immobili comunali di Dateo, Cicco Simonetta, Cesariano e Lodi possiamo partire con unaltra serie di quattro quartieri di case popolari - spiega -. Abbiamo già lo strumento, il concorso che è servito per i primi due progetti. E anche la risposta degli architetti è stata buona. Lassessore ha già individuato 2,5 milioni di metri quadrati di aree pubbliche edificabili. I soldi li prendiamo da Sea e cartolarizzazioni. Quindi dobbiamo partire al più presto. Entro dicembre, gennaio al massimo, possiamo già scegliere i disegni vincenti e dare il via ai lavori a maggio, terza tranche dopo quelli che saranno avviati a gennaio e marzo. In totale arriveremmo a quasi 2mila nuovi alloggi di edilizia popolare. La migliore risposta concreta e reale alle critiche di sindacati e opposizione sullemergenza abitativa». La proposta cè, manca solo lapprovazione della giunta. «Ormai è una corsa contro il tempo - continua De Corato -, dobbiamo fare in fretta, abbiamo a disposizione sette mesi prima della fine del nostro mandato».
Dopo via Gallarate, via Civitavecchia, via Ovada e via Senigallia sono arrivati i progetti per i nuovi quartieri di via Appennini, via Cogne e via Giambellino. Ora tocca allamministrazione indicare altre quattro aree. «In questo modo - continua il vice sindaco - possiamo lanciare un vero piano di rilancio delledilizia residenziale pubblica. Un piano che, a Milano, mancava dagli anni 70. Da allora non si è più costruito nulla di questo genere. Un dato che va sommato agli 11mila alloggi costruiti in edilizia sovvenzionata e convenzionata dal 97 a oggi».
Una scelta di campo, quella della giunta, che, però, non riguarderà esclusivamente le fasce più disagiate.
«Edilizia convenzionata? Non si costruiva dal 1970»
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