
Stop alla «Scia semplificata», azzeramento della Commissione Paesaggio, ora si scopre che è in arrivo anche una stangata milionaria ai costruttori per tutti i progetti istruiti (e non ancora in cantiere) a partire da marzo 2024. Un altro scossone all'edilizia milanese. Il Comune - alla luce delle inchieste aperte dalla Procura su una ventina di cantieri - lo scorso 16 dicembre ha aggiornato dopo 12 anni i valori degli oneri di urbanizzazione, in alcune vie o quartieri sono più che raddoppiati. Ora sta procedendo a chiedere i «conguagli» e la stangata non riguarda solo i dossier sotto inchiesta o «congelati» perchè presentavano profili analoghi a quelli contestati dai pm. L'indicazione «salvo conguagli» era presente nelle linee guida del marzo 2024 per tutti i titoli edilizi e quindi la richiesta retroattiva arriva fino a quella data. Tant'è, il passaggio compare nella delibera con cui la giunta Sala due giorni fa ha adeguato «temporaneamente» le regole urbanistiche alle obiezioni sollevate dai pm. In particolare, ha stabilito il ricorso al Piano attuativo invece che alla Scia «veloce»per gli interventi che prevedono il superamento dei 25 metri di altezza o una densità fondiaria superiore ai 3 mc/mq. E «se previsto un cambio di destinazione d'uso urbanisticamente rilevante», dovrà valutare la modalità più idonea per conferire le compesazioni dovute al territorio (servizi, infrastrutture, attrezzature) , mediante cessione di aree o loro monetizzazione». Il sindaco Beppe Sala ieri ha difeso ancora la linea: «Abbiamo cambiato le regole per il bene della città, per sbloccare i cantieri e perchè molta gente è in attesa di chiarezza. Io però continuo a pensare che quello che abbiamo sempre fatto era corretto e andremo avanti nel giudizio, non neghiamo la nostra azione passata, anzi io credo e spero e di poter tornare ai principi che abbiamo usato per 13 lunghi anni», già dalla giunta Pisapia. Il decreto Salva Milano? «Non ho notizie e non chiedo».
Nel febbraio 2024 la giunta ha istituito un Gruppo di lavoro per esaminare i progetti con profili analoghi a quelli sotto indagine e non ancora autorizzati. Il gruppo si è riunito circa 90 volte, ha istruito 48 procedimenti e lo scorso febbraio ha concluso l'esame di 26 progetti di nuova costruzione e/o demolizione e ricostruzione con altezza sopra i 25 metri. Per 7, ha confermato la possibilità di procedere con permesso di costruire o convenzionato, per 19 si è già reso necessario procedere con i Piani attuativi. Ma, si legge nella delibera, sono già «in corso di istruttoria e adozione circa 30 Piani attuativi» e il numero è «destinato ad aumentare significativamente» visto il cambio delle regole. Si rischia un effetto imbuto negli uffici, già prima i costruttori erano in rivolta per i 3/5 anni di lavoro persi in attesa dei titoli edilizi. La giunta promette di «intervenire sui procedimenti interni, riducendo i tempi normalmente richiesti per la fase di confronto con le altre Direzioni e Settori».
I pareri richiesti saranno espressi «nell'ambito di Conferenze dei servizi sincrone, dai direttori apicali, con cadenza periodica, il coordinamento della Direzione generale e con i verbali di chiusura e i pareri predisposti nella stessa sede». Per i progetti con profili analoghi a quelli contestati dai pm sarà creato un gruppo di lavoro sotto la direzione Rigenerazione urbana «che potrà avvalersi di personale esterno».
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