Economia

Edison punta 3 miliardi di dollari sui giacimenti di gas in Egitto

nostro inviato al Cairo

Per renderla semplice, è come se la Edison e il suo numero uno Umberto Quadrino si fossero comprati un bell’appartamento, in un momento in cui scarseggiano. Appartamento che produca già reddito e sia dunque affittato alla grande. Ma non basta, nel giro dei prossimi anni, quell’appartamento si potrebbe, grazie a investimenti già programmati, trasformare in una splendida e ancora più redditizia villa. Quadrino ed Edison non fanno ovviamente gli immobiliaristi. Si occupano di elettricità e gas. E l’appartamento è un giacimento petrolifero (anzi prevalentemente un giacimento di gas) già in funzione, con i gasdotti già pieni. Senza rischi. Si trova in Egitto, a una ventina di chilometri da Alessandria, e a poche miglia dalla costa: il campo si chiama Abu Qir. Ieri la firma ufficiale al Cairo. Il ministro del petrolio Sameh Fahmi sembrava quasi più contento della controparte italiana: «Ben tornati», ha subito detto. Riferendosi evidentemente al vecchio, ma favoloso, giacimento del West Delta Deep marine che la Montedison (oggi Edison) dovette cedere nel 2003 per fare cassa. I rapporti italo-egiziani nascono anche da là. E oggi si concretizzano con un assegno da 1,4 miliardi di dollari (circa un miliardo di euro) staccato dagli italiani per avere il cento per cento della concessione petrolifera di Abu Qir e per ottenere il 50 per cento di una joint venture con il partner governativo per gestire i pozzi. Ma l’impegno di Edison sale a circa tre miliardi di dollari, considerando anche gli investimenti necessari per potenziare gli impianti, che come detto sono già oggi in funzione, e per cercare nuovi probabili giacimenti.
Le tre piattaforme off shore di Abu Qir pompano 1,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno e hanno riserve residue per circa 70 miliardi di metri cubi (di cui il 40 per cento da oggi in poi sono di spettanza Edison). Ma l’obiettivo è quello di raddoppiare la produzione nei prossimi quattro anni. Halliburton sta proprio in questi giorni trivellando su una piattaforma mobile, per individuare un quarto sito di estrazione. In sintesi già da oggi Edison produrrà gas, ma dal 2012 riuscirà a disporre, solo dal giacimento di Abu Qir, di 1,5 miliardi di metri cubi. Per dare un ordine di grandezza: il nuovo rigassificatore, che tra pochi mesi, metterà in opera Edison a Rovigo può contenere 8 miliardi di metri cubi. L’obiettivo finale, dichiarato più volte da Quadrino, era quello di riuscire a produrre in casa il 15 per cento del gas, della materia prima che Edison brucia nelle proprie centrali elettriche: risultato ottenuto.
Appendice, da non sottovalutare dell’accordo di ieri, è che il campo petrolifero ha ancora zone di esplorazione vergine. Edison sulla carta ha già destinato 50 milioni di dollari per attività di ricerca di nuovi giacimenti.
Dal punto di vista finanziario Edison fa un passo importante, ma non proibitivo. Utilizza una linea di credito che aveva già a disposizione. Non esclude nel futuro di ricorrere a nuovi finanziamenti sul mercato, anche in forma obbligazionaria. Per il momento (senza considerare oneri finanziari e accessori) Edison va a pareggio sul suo investimento egiziano generando un margine operativo addizionale di circa cento milioni di euro l’anno. Nel 2008 il mol dovrebbe essere stato intorno a 1,9 miliardi di euro.

I manager di Quadrino contano di spremere da Abu Qir ben più dei cento milioni annui che portano al pareggio dei costi.

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