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Einstein, Fleming e Terminator Il caos calmo dietro al successo

Il medico scoprì la penicillina grazie alla muffa: nel suo studio accumulava tutto e non puliva mai

Ci sono fotografie che, per i disordinati, sono una consolazione. Sono quelle della scrivania di Einstein a Princeton: un tavolo su cui regnano la confusione e il sapore del genio. Il fisico più celebre del Novecento ha fornito un mezzo alibi a tutti i caotici: di fronte al suo caso è difficile sostenere che solo l’ordine immacolati sia una garanzia di successo. Uno dei suoi aforismi è esplicito sull’argomento: «Se una scrivania in disordine è segno di una mente disordinata, di che cosa è segno allora una scrivania vuota?». La stessa domanda che avrebbe potuto formulare Alexander Fleming, lo scopritore della penicillina. Al St. Mary’s Hospital di Londra il suo laboratorio è stato ricostruito come doveva essergli apparso al ritorno dalle vacanze, nel 1928. Un caos totale: provette sparse qua e là, libri aperti, appunti, vecchi fogli di giornale e, soprattutto, una pila di piastre di Petri. Fleming torna dalle ferie, dà un’occhiata agli strumenti sparpagliati e nota la muffe su una piastra di Petri: la osserva al microscopio e scopre la penicillina. Se non fosse stato così disordinato, difficilmente avrebbe salvato tante persone.
Anche Arnold Schwarzenegger deve parte del suo successo al fatto di non aver mai perso tempo a pianificare: improvvisazione nel body building, scelte spesso contraddittorie, una carriera sempre mutevole. Quando si è candidato a governare la California, Schwarzenegger ha sconcertato tutti: niente appuntamenti prefissati, neppure un’agenda.

Questione di stile: lui ha scelto quello improvvisato.

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