Elegante o casual, l’Esercito è di moda

Elegante o casual, l’Esercito è di moda

Le note del Silenzio suonate dal trombettiere della Fanfara dei carabinieri per ricordare i morti dell’alluvione. Di Genova e non solo. Struggenti, ma fiere. Come è giusto che sia. Poi Fratelli d’Italia e la sfilata comincia. Modelli e modelle professionisti in passerella per presentare i tre marchi di moda di Aeronautica militare, Esercito italiano e Marina militare, dati in concessione dal ministero della Difesa a Cristiano Di Thiene, L’officina della moda e Iccab. Uniformi e abbigliamento militare riadattato per il grande pubblico. Strisce orizzontali bianche e blu e i colori delle mimetiche. Felpe e magliette, tute casual e pantaloni, scarpe e scarponcini, caschi, borse e sacche. Ma anche la sposa vestita con la tela del paracadute che sfila dentro una vera caserma. Anzi, nell’ex panificio della caserma XXIV Maggio in via Vincenzo Monti, suggestivo scenario di archeologia industriale in stile neogotico utilizzato come magazzino dopo la chiusura nel 1957, ma da ieri resuscitato alla nuova vita di location per eventi. Un esempio di come la Difesa possa valorizzare tesori finora forse troppo nascosti.
Ad accogliere i 350 invitati all’appuntamento diventato occasione di gran mondanità, un forno acceso e rimesso in funzione. Profumo di pane a ricordare un luogo in cui ogni giorno venivano sfornate le 70mila tonnellate di pagnotte per sfamare i militari di tutta la Lombardia. A ciascuno due pezzi da 350 grammi come prevedeva il protocollo dei «forni territoriali», strutture nate nel 1862 all’indomani dell’Unità d’Italia. In passerella la collezione primavera-estate di un pret-à-porter informale uomo, donna e bambino su allestimenti e musiche (verdiane) dello studio Castagna & Ravelli. Luci tricolori all’esterno, vampe di fuoco all’interno. Nel parterre tutto un luccicare di greche, torri e stellette con il generale Giuseppe Valotto, capo di stato maggiore dell’esercito, ma anche il generale della guardia di finanza Daniele Caprino, il generale dei carabinieri Carlo Gualdi. A fianco il senatore Giampiero Cantoni, presidente della commissione Difesa, il senatore ed ex generale Mauro Del Vecchio, il questore Alessandro Marangoni. E poi il mondo della moda con Santo Versace, Lorenzo Riva, Raffaella Curiel e Beppe Modenese. Da prima della Scala il resto della platea con il presidente della Camera della moda Mario Boselli («La prima volta in una caserma, un’ottima idea per stimolare un mercato diverso come quello dei giovani»), Marta Marzotto, Gabriella Dompè, Daniela Javarone, Marinella Di Capua, Laura Morino Teso, Nicole Minetti, Bruno Ermolli, Francesco Micheli, Arturo Artom, Marta Brivio Sforza e il marito Annibale, Franco Gussalli Beretta, Paolo Ligresti. E i testimonial delle aziende Ivana Spagna, Ana Laura Ribas, Elenoire Casalegno. Non ci fossero stati gli inderogabili impegni romani, erano attesi anche il ministro Ignazio La Russa che ha fortemente voluto la serata e il sottosegretario Daniela Santanché. A chiudere la sfilata, le uniformi di tutte le diverse armi e della scuola militare Teulliè. Poi il buffet a base di pane.
«Un grande evento a costo zero per il ministero della Difesa - spiega Giovanni Bozzetti, anima della serata e consulente del ministro Ignazio La Russa - ma che per di più genera reddito. Perché dalla concessione dei marchi ci sarà anche un ricavo.

Con le royalties che saranno utilizzate per la sicurezza dei militari». E per le missioni all’estero». Non solo. «Un incontro - spiega ancora - tra la società civile e i valori che i militari incarnano nel loro impegno quotidiano nel nostro Paese e nell’impegno all’estero».

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