Strasburgo - Continua la battaglia legale sul destino di Eluana Englaro. La Corte Europea per i diritti dell’uomo ha aperto un fascicolo in relazione al ricorso di 34 associazioni sul caso. Non si tratta ancora dell’accoglimento del ricorso, ma la procedura è stata incardinata e al momento non respinta, e questo apre potenzialmente la strada a una discussione nel merito, qualora la Corte decidesse di accoglierlo. Lo si apprende dall’avvocato Rosaria Elefante che cura l’azione promossa dalle associazioni. Strasburgo non ha però ritenuto di applicare la regola 39 e cioè quella relativa alla procedura d’urgenza, ma ha scelto di seguire la via ordinaria. "Ora chiederemo la fissazione il prima possibile di un’udienza per discutere nel merito e una comunicazione ufficiale da parte di Strasburgo sul caso al governo italiano".
Il padre non desiste "Prendo solo atto di quest’altro ostacolo, io ho agito con grande limpidezza, loro stanno facendo di tutto per ostacolare quello che è stato deciso". Lo ha detto Beppino Englaro, il padre di Eluana, la donna in stato vegetativo da quasi 17 anni. "Noi abbiamo un decreto che è attuabile - ha aggiunto - loro le stanno provando tutte ma credo che da punto di vista umano io non ho più nulla da dire". Poi annuncia il silenzio stampa: "Ringrazio tutti i media dell’aiuto e del sostegno che mi hanno offerto in tutti questi anni ma ritengo che non mi resta altra scelta di quella di non parlare più, altrimenti non uscirò mai da questo vortice. Io non posso impedire agli altri di parlare e di dire quello che vogliono, ma io devo conservare le poche forze che mi rimangono per portare a termine quello che devo fare. Credo di essermi sempre comportato con correttezza e limpidezza nei confronti di tutti, media compresi ringrazio tutti per l’aiuto che mi è stato dato e non voglio assulutamente apparire scortese o irrispettoso. So che le proveranno ancora tutte per ostacolarmi, è un gioco senza fine - ha concluso Beppino - io adesso andrò avanti in silenzio per la mia strada".
Il consiglio superiore di Sanità "Eluana non muore della patologia da cui è affetta, ma di fame e di sete. Anzi, viene fatta morire, quindi si tratta di eutanasia". È molto duro Franco Cuccurullo, presidente del Consiglio superiore di sanità. Commentando la decisione della Cassazione di autorizzare lo stop all’alimentazione della donna, Cucurullo sottolinea di avere "grande rammarico e perplessità di fronte a questa sentenza. Penso che si apra una deriva pericolosa per le persone incapaci". Secondo Cuccurullo "c’è una forte spinta vitale in Eluana, tanto che per fermarla occorre sospendere idratazione e alimentazione. Cosa c’è di diverso dall’eutanasia o dall’omicidio?". Mentre diverso, secondo il presidente Css, è il caso Welby: "La ventilazione meccanica era una terapia indispensabile per la sua malattia".
Per Eluana, insomma, la morte sarà di fatto indotta: "Anche se non conosco le condizioni cliniche specifiche - spiega Cuccurullo - credo che la morte sopraverrà per insufficienza renale dovuta a disidratazione, e finora questa non è la sua patologia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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