A Milano ci sono 50mila donatori di sangue ma le sacche non bastano mai. Per raggiungere lautosufficienza e far fronte a tutte le richieste di trasfusioni, servirebbero 150 donazioni in più al giorno. Non poco. Da qui lappello del Comune ai giovani. Lassessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna ha inviato una lettera ai 10mila ragazzi che nel 2010 hanno compiuto 18 anni per convincerli ad arruolarsi tra i volontari e a dare una mano a rimpinguare gli archivi delle sacche di plasma. Le donazioni a Milano sono il 6,2% (a fronte di una media nazionale del 4%) ma sono solo due gli ospedali autosufficienti: lIstituto nazionale dei tumori e il Policlinico. «Larea milanese - spiega Landi - presenta una criticità particolare a causa di diversi fattori: i nostri ospedali hanno specialità oncologiche, chirurgiche e cardio chirurgiche che per definizione richiedono una disponibilità di emo componenti molto elevata. Poi bisogna considerare che la vita media è in continuo aumento e che a Milano si concentra un numero di ospedali di grande rilievo che raccolgono non solo la popolazione cittadina ma anche quella proveniente da tutta Italia».
Lemergenza sangue è destinata a crescere: il numero dei potenziali donatori (fra i 18 e i 60 anni) è in continua diminuzione mentre sono in aumento gli anziani. Si calcola che nel 1981 i diciottenni milanesi erano 23mila, tanti quanti i sessantenni. Oggi invece sono appena 10mila, a fronte di una popolazione di over 60 di 15mila persone. Per di più, bisogna tener presente che il 20% dei neo maggiorenni è di origine extracomunitaria, condizione che richiede unattenzione diversa dal punto di vista della profilassi. Insomma, contando che non tutti i prelievi hanno le caratteristiche per essere archiviati nei «depositi» degli ospedali, lsos è di quelli seri. E anche i controlli di idoneità, per selezionare i donatori modello da quelli di «serie B», sono diventati sempre più restrittivi: ad esempio, vengono esclusi dalle liste dei donatori i giovani con stili di vita un po troppo sregolati, che abusano di alcool o di droghe. Il loro sangue non potrebbe essere utilizzato per i pazienti. Eppure per tanti ragazzi la donazione di palsma potrebbe essere anche un metodo per tenere sotto controllo la salute, per prevenire malattie come la mononucleosi o virus pericolosi come lAids.
Per dare il buon esempio e promuovere una cultura della donazione, ieri i consiglieri regionali si sono offerti volontari e si sono fatti prelevare il sangue nel camper piazzato accanto al Pirellone. Chi senza paura, chi con qualche giramento di testa, in tanti hanno fatto la loro parte. «Il bisogno di sangue - commenta il presidente del Consiglio regionale Davide Boni, che si è fatto promotore delliniziativa - resta sempre elevato: per questo è strategico che tutti i cittadini, in particolare i più giovani, comprendano come sia importate compiere questo piccolo ma grande gesto per evitare che le donazioni subiscano una pericolosa battuta darresto. Invito dunque tutti i consiglieri Regionali, i collaboratori e i dipendenti a partecipare a questa importante iniziativa.
Per potenziare le campagne pro donazione, è stato istituito un gruppo di lavoro tra lassessorato alla Salute del Comune, il dipartimento di patologia dellIstituto tumori, il centro trasfusionale del Policlinico e lAvis di Milano.
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