Un’Eneide contemporanea che sfida la globalizzazione

Immaginate che Eurialo e Niso, i protagonisti del Libro IX dell’Eneide, siano degli adolescenti parecchio alienati di una borgata romana. E che per ingannare il tempo i due amici (in questo caso un po’ più che amici) saccheggino un discount di proprietà della mafia russa: un centro commerciale come tanti, anonimo e cupo, ma frequentato da clienti che si chiamano Didone, Lavinia, Creusa … «Troia’s discount», lo spettacolo in scena fino a stasera al «Teatro i», racconta il poema virgiliano nella versione di Stefano Ricci e Gianni Forte, una coppia di sceneggiatori e registi pluripremiati che ha al suo attivo, tra l’altro, serial tv di successo come I Cesaroni e Hot trasmessi da Sky. In ambito teatrale la ditta Ricci/Forte ha sin qui proposto degli allestimenti a tinte forti, energetici, carnali, cripticamente nazionalpopolari e furbastri quanto basta per entusiasmare il pubblico, che anche a Milano è accorso a frotte. «Troia’s discount» non è esattamente una produzione impeccabile: gli attori, soprattutto durante i monologhi, sembrano un po’ parcheggiati sulla scena, mentre a volte si divincolano persino troppo o senza ragioni plausibili. L’anticonsumismo del testo è inoltre così stucchevole da trasformarsi, in più punti, in pubblicità involontaria per i marchi presi di mira. Ciò non toglie che la drammaturgia (che sembra scritta in versi) sia nel suo complesso di rara bellezza, che gli attori (soprattutto Enzo Curcurù e Alberto Onofrietti) compiano sforzi sovrumani per reggere un’ora e mezza di performance ipercinetica, che dal teatro si esca con il sentore di aver visto qualcosa di intenso e sensato.

Quasi a conferma di questa impressione, lo spettacolo ha fatto storcere il naso a certa critica paludata: forse perché ha portato aria fresca nella scena italiana di ricerca, un ambiente che troppo spesso odora di chiuso.

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