Enel-Suez, Parigi prende tempo

Rinviato l’incontro italo-francese per discutere la questione. Fallisce lo sciopero contro la fusione

da Milano

Suez e Gaz de France possono ora guardare alle loro future nozze con tranquillità, parola del ministro delle Finanze francese Thierry Breton. Ma la via che porta alla loro fusione è tutt'altro che in discesa: dubbi sono stati avanzati da alcuni deputati della maggioranza stessa mentre opposizione e sindacati continuano ad essere mobilitati per mettere i bastoni tra le ruote. Il calendario fissato ieri «dovrebbe portare a una fusione completa delle due aziende a dicembre» ha detto ieri il ministro. Roma, che vuole vedere Enel seduta al tavolo dei negoziati per ottenere un suo più vasto accesso al mercato dell'energia europeo, si attende aperture da Parigi che però tardano a venire. L'incontro tra ministri dei due Paesi sui negoziati Enel-Suez è stato rinviato dai francesi.
La decisione della Commissione europea di aprire un'inchiesta approfondita non ha un impatto sul calendario previsto dal governo francese (varo del progetto di legge a fine giugno, approvazione entro fine anno) in quanto era prevista dai due gruppi che non si attendevano una risposta di Bruxelles prima dell'autunno. Anche la possibilità di un via libera condizionato alla cessione di asset era data per scontata a Parigi tanto è che la stampa francese vi dedica assai meno spazio che all'accordo tra Gdf e Camfin. I veri ostacoli all'operazione, annunciata dallo stesso capo del governo Dominique de Villepin, rimangono sul fronte della politica interna.

Non su quello sindacale, come dimostra la scarsa mobilitazione della giornata di sciopero organizzata ieri da tre centrali sindacali. A parte qualche limitato taglio di corrente e di produzione, l'adesione è stata assai limitata.
In borsa Suez ha chiuso ieri a 30,31 euro (+2,71%) e Gdf a 25,83 (+0,51 per cento).

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