da Milano
Dopo il gas, i gasdotti: Eni e Gazprom rafforzano così una alleanza che vede i russi fornire il metano e lEni le tecnologie. Ieri il premier russo Vladimir Putin ha firmato a Sofia un accordo con il governo locale che prevede il passaggio attraverso la Bulgaria del South Stream, che unisce la Russia attraverso il mar Nero con lEuropa, arrivando forse fino allAdriatico. Oltre a questa intesa ne è stata firmata unaltra tra lad dellEni Paolo Scaroni e il numero uno di Gazprom, Alexei Miller, che darà il via a una società paritetica che entro questanno dovrà completare lo studio di fattibilità per la realizzazione dellopera.
È solo il primo passo di un progetto che è destinato a portare in Europa 30 miliardi di metri cubi di gas allanno. Ma è anche il segnale che Mosca non intende lasciarsi sfuggire il ricco mercato dellUnione europea che, spaventata dalla crisi ucraina di due anni fa, sta cercando alternative rivolgendosi al gas del Caspio, dellAzerbaigian e forse un domani anche a quello dellIran.
Tutto di guadagnato per unEuropa che ha sempre più bisogno di gas, i cui consumi potrebbero raddoppiare nei prossimi venti anni da 300 a 600 miliardi di metri cubi annui. La sola Italia consuma ogni dodici mesi oltre 85 miliardi di metri cubi: il nostro Paese è nellUnione europea quello che più dipende dal metano per la produzione di elettricità. «Il South Stream dà un contributo importante alla sicurezza degli approvvigionamenti» ha sottolineato Scaroni.
Al momento non è chiaro dove passerà il nuovo gasdotto: potrebbe avere un percorso a sud, ma più probabilmente potrebbe attraversare Romania e Serbia, puntando verso il Centro Europa, in concorrenza con il Nabucco che attraverso la Turchia porterà il gas del Caspio. Oltre al Nabucco, il metano dellAzerbaigian arriverà anche con lIgi, con un ramo che dalla Turchia passerà dalla Grecia per finire in Puglia. A questo progetto concorrente partecipa anche Edison.
Insomma, in Italia potrebbero arrivare due «tubi» in più, quello dellIgi con il gas del Caspio e quello del South Stream con il gas russo. Forniture che serviranno a saziare la «fame» italiana di energia, ma che potranno anche essere indirizzate ad altri Paesi.
Entro marzo il governo italiano e quello russo avranno nuovi incontri per definire il tracciato del South Stream e nello stesso tempo per raggiungere accordi con i Paesi che dovranno essere attraversati.
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