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Eolico, Martone lascia la magistratura Anm: no a toghe vicine a comitati d'affari

L'avvocato generale in Cassazione che secondo l'inchiesta romana  avrebbe partecipato alla cena nella casa romana del coordinatore del Pdl Verdini, avrebbe presentato domanda di dimissioni. Bondi e La Russa: "La cultura del Pdl non è quella giustizialista". Il finiano Granata: "Chi è coinvolto faccia un passo indietro"

Eolico, Martone lascia la magistratura 
Anm: no a toghe vicine a comitati d'affari

Roma - Lascia la magistratura Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione, e che secondo l'inchiesta romana sull'associazione per delinquere messa in piedi da Flavio Carboni, avrebbe partecipato alla cena del 23 settembre scorso nella casa romana del coordinatore del Pdl Denis Verdini. Nel corso della cena si sarebbe discusso di un tentativo di avvicinamento dei giudici della Consulta che dovevano decidere sul Lodo Alfano. La notizia ha trovato conferma in ambienti del Csm, secondo i quali però non si tratterebbe di un'istanza di dimissioni ma di una domanda di pensionamento. In passato presidente dell'Anm e dell'autorità garante sul diritto di sciopero, Martone ha 69 anni ed è in magistratura dal 1965. La richiesta di lasciare la toga sarebbe stata presentata venerdì scorso. A quella cena avrebbero partecipato anche il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, il capo degli ispettori del ministero della Giustizia Arcibaldo Miller, oltre a Carbone e all'ex assessore del Comune di Napoli Arcangelo Martino e all'ex giudice tributario Raffaele Lombardi.

L'Anm: no a toghe vicine a comitati d'affari "Il tema della questione morale non ammette indugi e tentennamenti. Non vogliamo magistrati contigui al potente di turno e vicini ai comitati d'affari. Vogliamo, invece, magistrati indipendenti e integri la cui attività si affermi nelle aule di giustizia e non nei salotti", dice il presidente dell'Anm Luca Palamara e il segretario generale Giuseppe Cascini, commentando gli ultimi sviluppi dell'inchiesta della procura di Roma per associazione per delinquere. "Il clima di inquinamento e di condizionamento che emerge dagli atti - proseguono - è allarmante. Chiediamo alle istituzioni competenti di intervenire con prontezza e rigore". 

Bondi e La Russa: la cultura del Pdl non è il giustizialismo "In riferimento ad alcune prese di posizione desideriamo ricordare che la cultura del Pdl non è il giustizialismo né la condanna preventiva emessa sui mezzi di comunicazione. Questo principio di cultura liberale e di rispetto della dignità di ogni persona vale sia per i nostri avversari politici che per gli esponenti del nostro partito". Lo dicono i coordinatori del Pdl Sandro Bondi e Ignazio La Russa. "In questo caso vale naturalmente per l'onorevle Verdini al quale rinnoviamo la nostra solidarietà. E questo principio vale sempre e per chiunque sia stato coinvolto in indagini giudiziarie senza che sia intervenuto un giudizio di merito della magistratura".

Granata: chi è coinvolto faccia un passo indietro "Non si capisce perché i problemi nel Pdlsarebbero rappresentati da persone come Granata e Bocchino e non da chi invece trama con residuati di chi agiva contro la Repubblica nella migliore delle ipotesi per gestire affari."Chi fosse coinvolto in lobby occulte deve fare un passo indietro. Auspico un passo indietro da parte di chiunque invece di occuparsi di politica si occupa di affari.

Al di là delle questioni giudiziarie e i coinvolgimenti penali delle persone , esiste una questione politica e un'etica della responsabilità da parte di chi gestisce la cosa pubblica sia che questo avvenga attraverso un partito che attraverso un Governo."

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