da Milano
Totale sostegno a Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens: in una lettera inviata a Margherita de Pahlen i membri della famiglia Agnelli che siedono ai vertici Ifi, la cassaforte del gruppo, avrebbero preso ufficialmente posizione sullazione legale intentata dalla figlia dellAvvocato contro i due amministratori delleredità del padre.
La missiva, scritta lunedì sera al termine di una riunione, ribadirebbe la fiducia nei confronti dei due «grandi vecchi» (Gabetti è a capo dellAccomandita e dellIfil, mentre Grande Stevens, oltre a tutelare gli interessi legali degli Agnelli, è consigliere di amministrazione dellIfi e segretario della Sapaz), sottolineando che entrambi hanno sempre goduto della fiducia di Gianni Agnelli dal quale erano stati scelti. A non firmare, per ragioni comprensibili, sarebbe stato il figlio di Margherita, John Elkann, che dellIfi è presidente (non sarebbe comunque stato lunico). Sulla causa civile, i cui carteggi sono sul tavolo dei giudici, la famiglia ha dunque rotto il silenzio schierandosi al fianco di Gabetti e Grande Stevens. E la scelta di John Elkann di non sottoscrivere il documento potrebbe essere motivata dalla decisione di mantenere, sulla vicenda, una sorta di imparzialità pur avendo dichiarato, nelle scorse settimane, di considerarsi «molto addolorato come figlio» per laccaduto e di ritenere Gabetti «parte della sua famiglia». Più duri, invece, i giudizi su Margherita de Pahlen espressi dallaltro figlio Lapo Elkann («Nella mia vita non cè posto e spazio per lei», Corriere della sera dell8 giugno) e dal cugino Lupo Rattazzi («Allapice della crisi del nostro gruppo, si chiamò fuori dalloperazione Fiat, dichiarando di farlo per evitare di essere coinvolta in una nuova Parmalat. Adesso, stizzita, perché clamorosamente smentita dagli sviluppi della situazione, assume le sembianze di quelli che non sanno perdere», Il Foglio dell1 giugno).
Nelle dichiarazioni rilasciate allindomani dellazione legale sulleredità, Margherita de Pahlen ha sempre ribadito che «non esistono dissidi allinterno della famiglia», ma di voler difendere il proprio diritto «come erede di mio padre e madre di otto figli, a essere pienamente informata della realtà del suo patrimonio così come è stato composto negli ultimi anni della sua vità fino a oggi; non contesto la divisione dei beni del 2004, non sto dicendo che ne sono stata spogliata; non ho problemi o desideri particolari, ma semplicemente ho la volontà che le cose siano chiare e trasparenti».
La prima udienza è in programma il prossimo 9 gennaio davanti al tribunale civile di Torino.
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