Esagerano con le intercettazioni, processo in tilt

Con le intercettazioni hanno probabilmente esagerato. E ieri gli stessi magistrati ne hanno subito qualche «conseguenza» vedendosi costretti a rallentare la tabella di marcia. Slitterà infatti, a data ancora da stabilirsi, l’udienza preliminare sui presunti illeciti nel porto di Genova fissata per il 3 novembre. Le parti avrebbero dovuto discutere la perizia sulle oltre 400 trascrizioni di intercettazioni telefoniche, richieste dalla difesa dell’ex presidente dell’Autorità portuale Giovanni Novi e, in parte, anche dai pm. Il perito ha fatto sapere di non essere in grado con ogni probabilità di finire il lavoro entro quella data, vista la mole di telefonate intercettate.
Ieri, invece, il gup Maria Letizia Califano ha nominato il perito che si occuperà della perizia fonica su due telefonate fatte da Novi, indagato con altre sette persone. Finora il contenuto delle due telefonate è infatti risultato incomprensibile e occorrerà effettuare nuove verifiche tecniche per «decifrare» lo scambio di parole tra Novi e i suoi interlocutori.
L’inchiesta coordinata dai pm Walter Cotugno, Enrico Zucca e Mario Morisani, prese avvio nel 2007 per l’assegnazione del terminal Multipurpose.

Gli indagati sono, oltre a Novi, l’ex segretario generale Alessandro Carena, il dirigente della stessa autorità e attuale presidente delle stazioni marittime Filippo Schiaffino, l’ex consulente dell’autorità e noto avvocato amministrativista Sergio Maria Carbone, l’avvocato generale dello Stato Giuseppe Novaresi, il vice console della Culmv Walter Marchelli, l’imprenditore Aldo Spinelli e l’armatore Aldo Grimaldi. Nell’inchiesta era stato coinvolto anche l’ex console dei «camalli» Paride Batini, successivamente deceduto.

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