«L’eccessiva mobilità dei docenti (quasi sempre da Nord a Sud) e il disagio degli insegnanti precari sono emergenze antiche, risolvibili alla radice con il reclutamento regionale degli insegnanti, previsto dal nostro disegno che puntiamo a inserire nella prossima riforma della scuola». Il senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Istruzione del Senato, si inserisce così nella polemica sui 180mila insegnanti che ogni anno prendono servizio in una sede diversa da quella dell’anno precedente: 70mila docenti di ruolo del Sud che, appena conquistata la cattedra al Nord chiedono l’avvicinamento al territorio d’origine; gli altri sono invece insegnanti non di ruolo - 100 mila quest’anno - o che hanno appena conquistato il ruolo. Il ministro Mariastella Gelmini sta lavorando ad alcuni interventi per ridurre il fenomeno: dall’obbligo di rimanere nella stessa classe per almeno due anni all’assegnazione ai dirigenti scolastici della possibilità di confermare per più anni nella stessa sede il personale non di ruolo che ha ben operato.
«Ma - afferma Pittoni - la soluzione vera è l’assunzione degli insegnanti a livello regionale. Una volta operativa la nostra legge, non avremo più decine di migliaia di docenti pronti a sfruttare ogni occasione per rientrare nelle zone d’origine. E siccome la nostra proposta prevede che i concorsi regionali (indetti ogni tre anni) siano solo per i posti realmente disponibili, non potrà più verificarsi quanto abbiamo visto in questi anni». «Il precariato, infatti - evidenzia - si è sviluppato con la miriade di concorsi irresponsabilmente varati negli ultimi decenni (per mero tornaconto elettorale) senza valutare il reale fabbisogno di insegnanti.
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