Non è la prima volta che le misure anti terrorismo adottate dopo l'11 Settembre si ritorcono contro le istituzioni americane. Ma ora il governo Usa e l'Fbi finiscono sul banco degli imputati, chiamati in causa da cittadini di fede islamica che sarebbero finiti per sbaglio nelle "black list". E per questo sarebbero stati perseguitati per anni. Il Guardian racconta la storia di alcuni di loro.
La causa contro il Bureau e il dipartimento di Giustizia è partita. Il segretario alla Giustizia Eric Holder e l'agenzia federale sono accusati di aver inserito senza motivo persone di fede musulmana nella lista dei sospetti terroristi cui, tra l'altro, è vietato volare negli Usa. Alcuni dei malcapitati finiti nella "no-fly list" sostengono di essere stati presi di mira solo per aver rifiutato di diventare informatori dell'Fbi. Uno di loro è Naveed Shinwari, cittadino americano di origine afgana, perseguitato dai federali per oltre due anni.
Shinwari vive negli Stati Uniti dall'età di 14 anni e nel 2012 è andato in Afghanistan per sposarsi. Durante il ritorno verso la sua abitazione di Omaha, in Nebraska, è stato fermato e interrogato due volte dall'Fbi, che è anche andata diverse volte a casa sua. Gli agenti cercavano informazioni sensibili che potessero compromettere la sicurezza nazionale, ma a quanto pare l'uomo non ne aveva. Da allora la vita di Shinwari è diventata un incubo. Ha provato a volare in Connecticut per un lavoro, ma gli è stata rifiutata la carta d'imbarco. Figurava infatti nella "no-fly list" istituita dopo gli attacchi dell'11 Settembre, senza aver mai violato alcuna legge. E da oltre due anni non gli è permesso vedere la moglie.
Ora Shinwari insieme ad altri tre cittadini americani musulmani ha presentato una causa in tribunale citando oltre a Holder, il direttore dell'Fbi James Comey, in segretario della sicurezza interna Jeh Johnson e una ventina di agenti del Bureau. È da qualche anno che i leader della comunità islamica americana denunciano di sentirsi presi di mira dalle forze dell'ordine. Secondo i dati del Terrorist Screening Center dell'Fbi, nel settembre 2011 nella lista c'erano ben 16mila persone, ma meno di 500 erano cittadini americani. Per inserire qualcuno nell'elenco deve esserci un "ragionevole motivo di ritenere che la persona è un noto o sospetto terrorista", mentre non basterebbero "mere congetture".
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