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Conti non pagati, il designer Starck fa sequestrare il mega yacht di Steve Jobs

L'elegantissimo "Venus" era stato da poco varato in Olanda: il fondatore di Apple non ebbe il tempo di goderselo

Conti non pagati, il designer Starck fa sequestrare il mega yacht di Steve Jobs

Bruxelles Anche i ricchi piangono. O piuttosto è la scusa per cui anche i ricchi non pagano. Sembra un imbroglio alla Totò, solo che da una parte ci sono gli eredi del compianto Steve Jobs, e dall'altra il celebre designer francese Philippe Starck. Di mezzo c'è «Venus», il mega yacht da 100 milioni di dollari sognato da Mister Apple e portato a termine solo dopo la sua morte.

Ancora ormeggiato nelle acque appena fuori Amsterdam, dove è stato costruito nel cantiere navale Royal de Vries, vi resterà almeno fino a quando i Jobs non salderanno i conti con Monsieur Starck che, «molto vicino» al papà dell'iPhone durante la fase di progettazione degli interni, non ha però dimenticato di inviare l'onorario per le sue prestazioni. Una piccolezza da 9 milioni di euro.

Con due fatture inviate quest'estate agli eredi di Steve, mancato nell'ottobre 2011, e finora mai pagate. Ma la moglie Laurene e i tre figli Reed, Erin ed Eve, non sono dello stesso avviso. Non risulta infatti da nessuna parte l'esatto ammontare del compenso del designer, perchè ai tempi della progettazione e nei primi momenti della costruzione aveva lavorato gomito a gomito con Steve sugli interni minimalisti dello yacht, senza mai definire la (triviale) questione dell'onorario. Secondo la famiglia del fondatore della Apple, quindi, a Starck spettano solo 6 milioni di euro, pari a una determinata percentuale dei costi di realizzazione di «Venus».

«Sono convinto che la questione si possa risolvere rapidamente», ha affermato mostrando la sua buona volontà il designer. Che però, nel dubbio, tramite i suoi avvocati ha fatto mettere i sigilli ai 70 metri di algido minimalismo controllati da una plancia di comando composta da 7 computer iMac.

I Jobs, per ora, tacciono, in attesa di trovare un modo per far finalmente salpare «Venus» verso l'altra sponda dell'Atlantico.

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