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La contromossa di Putin: amnistia per i detenuti simboloPresto libere Pussy Riot e militanti di GreenPeace

La contromossa di Putin: amnistia per i detenuti simboloPresto libere Pussy Riot e militanti di GreenPeace

Una contromossa, dai tratti populisti, che finisce per diventare la replica alla decisione eclatante di Barack Obama. Il Parlamento russo ha approvato ieri in via definitiva la legge di amnistia che consentirà la liberazione di alcuni detenuti simbolo delle carceri russe: le rockettare Pussy Riot e gli attivisti di GreenPeace fra cui l'italiano Cristian D'Alessandro. Così Vladimir Putin, nel giorno della mossa eclatante di Obama che invia alle Olimpiadi invernali di Sochi due atlete simbolo della lotta per i diritti dei gay, tenta di rifarsi il look, consapevole della fortissima eco che la detenzione di questi personaggi aveva avuto nel mondo, accompagnata a dure critiche sui diritti umani calpestati in Russia. L'amnistia riguarda i condannati a reati che prevedono meno di 5 anni di reclusione e gli imputati di reati minori in attesa di giudizio, incluso quello di «teppismo», e le madri di figli minori. Dovrebbero dunque beneficiarne sia le due Pussy Riot Nadezhda Tolokonnikova e Maria Aliokhina sia i 30 attivisti della nave Arctic Sunrise di Greenpeace. Inoltre la sanatoria favorisce categorie come gli anziani oltre i 60 anni, disabili, donne in gravidanza, poliziotti e militari.
Con questa apertura, il presidente russo punta ad alleggerire le polemiche internazionali in vista dei Giochi , su cui già grava l'ombra di boicottaggi per via della legge russa contro la propaganda gay.

I tempi del possibile rimpatrio dei 26 militanti stranieri della Arctic Sunrise e quelli della liberazione delle due attiviste sono però ancora poco chiari.

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